Signor Keller, come pensa che il progetto OLPC (One Laptop per Child) possa aiutare l’Africa?
Penso che possa aiutare l’Africa e le persone che vivono nei paesi in via di sviluppo perché mette la tecnologia a disposizione dei bambini, permettendo loro di sviluppare capacità critiche utilizzando i computer e in più, cosa che non è da poco, permette loro di essere connessi a internet e restare in contatto con tante persone in tutto il mondo. Qualcosa questo che non è mai stato possibile prima d’ora.
Quali sono le maggiori difficoltà di questo progetto?
Una parte delle difficoltà più importanti riguardano i canali di finanziamento. Si tratta di un computer portatile progettato specificamente per i bambini pur mantenendo una serie di caratteristiche tecnologiche all’avanguardia ad un prezzo accessibile: 200 dollari. Non è caro. Lo vendiamo a prezzo di costo. Tuttavia il prezzo non è abbastanza accessibile. Quindi dobbiamo trovare il modo di abbassare ulteriormente il prezzo, trovare collaborazioni con governi e istituzioni del settore privato in modo che sostengano alcuni progetti in modi più impegnativi e in modo che a lungo termine i governi trovino conveniente dedicare una priorità a questo progetto all’interno dei loro bilanci. Le infrastrutture sono un problema in alcuni paesi. La connettività resta difficile. Tuttavia queste difficoltà possono essere superate. Il problema rimane quello del finanziamento per abbassare il prezzo del computer e portarlo quasi a zero.
Perché un ministro africano dell’educazione dovrebbero comprare il computer OLPC?
Prima di tutto pensate a questo: anche se tutto fosse un flop, fosse fallimentare, il che non è ovviamente, questo computer rimane comunque una biblioteca inserita in una scatoletta. All’improvviso un paese si ritroverebbe ogni studente che si porta dietro la propria biblioteca. 300, 400, chissà 500 libri. Questo è qualcosa che non ha precedenti. Permette loro di risolvere problemi, di pensare in modo critico, di connettersi col resto del mondo. E’ un progetto educativo 24 ore su 24. Permette ai bambini di imparare, di pensare, di collegarsi, di esplorare, di creare, ogni minuto di una giornata, non solo a scuola ma molto oltre la scuola.
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