Questa primavera ho intervistato il rappresentante dell’ambasciatore della Costa d’Avorio in Italia. Ha argomentato che le relazioni tra il suo paese e la Cina sono ottime perché sono concentrate sul business. Il che vuol dire che, al contrario di quanto accade con la Francia o con altri paesi occidentali che antepongono i diritti umani come condizione per fare affari in Africa, la Cina va dritta al punto. Dicono ciò di cui hanno bisogno, questa risorsa, quella materia prima, e in cambio costruiscono scuole, e qualsiasi cosa di cui ha bisogno il paese. Cosa ne pensa di questo punto di vista?
Sicuramente c’è una differenza nel modello di business che usano i cinesi.
Non sono condizionanti come lo sono state le potenze occidentali, cioè il nostro investimento arriva se si verificano le condizioni X e Y. I cinesi non sono così. Non è il loro modello.
Penso che hanno una chiara visione strategica sulla situazione che vogliono ottenere o sul materiale che stanno cercando, hanno le idee chiare su come strutturare tutto ciò, sono anche abbastanza flessibili in termini di negoziazioni per arrivare a un punto finale e ciò li rende un investitore con cui è facile avere a che fare rispetto ad un altro che dice “prima d’investire è necessario che si verifichino le condizioni X, Y, Z”. Questo ovviamente ha delle lungaggini temporali e delle difficoltà.
Clive Tasker on China doing business with Africa di afrikanews
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