Comunicato stampa – FEMI KUTI arriva a Torino in un’unica data italiana per presentare il nuovo album Africa for Africa, uscito l’8 novembre su Wrasse Records. Più di un semplice musicista, il compositore 48enne è divenuto oramai uno dei più autorevoli ambasciatori della cultura Africana e non a caso, l’appuntamento italiano con l’artista, cade proprio il 4 dicembre, giorno simbolo per il popolo Yoruba che festeggia Changò, divinita della guerra del ballo e dei tamburi e simbolo di virilità.
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Femi Kuti è il maggiore dei figli del compianto Fela Kuti, il pioniere dell’afrobeat, ma chi conosce la sua carriera sa che Femi non si è mai accontentato di essere solo l’erede del re della musica africana. Nel 1985 infatti Femi prende la sua strada fondando il gruppo Positive Force e affermandosi così nel corso degli anni ‘90 come uno degli artisti africani più rispettati e amati degli ultimi decenni, e divenendo interprete di un universo musicale colorato, bilanciato e originale.
Gli album di Femi raccontano la sua storia: tra il 1988 e il 1994 realizza con la sua band sei tour in Europa e registra due album in Nigeria, più un altro a Parigi nel 1995.
Nel 1999 l’ottimo Shoki Shoki gli vale il contratto con l’americana MCA.
Nel 2001 da alle stampe l’album Fight to Win, a cui segue un inconsueto esperimento live che lo vede girare in tournée negli USA insieme ai Jane’s Addiction.
Nel 2004 è la volta di Live at the Shrine, un cofanetto contenente un album live e un DVD che documentano le sue performance nello storico locale di Lagos.
Nel 2008, dopo sette anni di assenza dagli studi di registrazione, Femi pubblica il bellissimo Day By Day, un album di pezzi originali in cui si riconferma come un grande autore, capace di rielaborare in chiave personale il sound che ha reso celebre Fela e che segna il suo più grande successo anche commerciale.
Nel nuovo album Femi è spinto da un forte bisogno di tornare alle origini, a quel fuoco che lo ha animato sin dagli esordi e per questo decide di ritornare presso gli studi in cui sono stati registrati i suoi primi lavori e molti dei lavori del padre, ovvero nei Decca Studios, poi Afrodisia records, luogo fondamentale nella storia dell’Afrobeat.
Nonostante gli studi fossero in pessime condizioni, in quel luogo dice Femi “si respira un’atmosfera magica, densa di storia e di energia”.
Di conseguenza l’album risulta meno curato dei precedenti dal punto di vista del suono e della produzione, ma si tratta di una scelta artistica cosciente che fornisce anzi ai brani una purezza, un’energia punk e una potenza assolutamente uniche.