Approvato un rapporto fortemente critico verso le “inadeguate e controproducenti” politiche migratorie italiane.
La Commissione migrazioni dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, con votazione unanime del 2 ottobre scorso, ha approvato un rapporto che critica fortemente la politica migratoria italiana. Il rapporto denuncia che tutte le misure che l’Italia ha preso negli ultimi anni per gestire i flussi migratori sono state “sbagliate o controproducenti” e che quanto fatto sinora non ha messo “l’Italia in grado di gestire un flusso che è e resterà continuo”.
Tra le questioni maggiormente contestate all’Italia vi è la mala gestione dei centri di permanenza temporanea, il continuo e massiccio ricorso allo stato di emergenza per adottare misure straordinarie che eludano certi limiti imposti dalle leggi nazionali e internazionali e soprattutto le politiche di rimpatrio forzato verso i Paesi di partenza, in particolare la Libia, dove gli immigrati espulsi sono stati sistematicamente sottoposti a violenze, torture e, nel caso delle donne, stupri, quando non hanno perso la vita.
Il rapporto accusa anche l’Italia di avere in un certo senso incentivato l’immigrazione, a causa dell’inadeguatezza dei suoi sistemi di intercettazione e dissuasione, e le politiche sinora adottate non hanno certo incentivato invece la fiducia dei partner europei a condividere la responsabilità per i flussi in arrivo sulle coste italiane. Nei prossimi mesi, l’assemblea si riunirà per discutere e votare in seduta plenaria il rapporto, nel quale si chiede all’Italia di adottare una politica che le permetta di gestire in modo efficiente immigrati, richiedenti asilo e rifugiati. Christopher Chope, di nazionalità britannica, autore del rapporto, precisa che l’Italia ha in realtà le risorse per attuare politiche più coerenti ed efficaci e solo facendolo potrà assicurarsi il sostegno e la solidarietà dei Paesi europei.
(Samantha Falciatori)
Fonte: immigrazioneoggi.it