01 Febbraio 2011 – Le autorità devono “immediatamente” avviare un dialogo con l’opposizione e la società civile nell’ambito di un processo di “transizione ordinata” che spiani la strada allo svolgimento di “libere e giuste” elezioni in Egitto. Lo hanno chiesto i Ministri degli Esteri UE al termine del vertice di Bruxelles svoltosi il 31 gennaio.
Le autorità devono “immediatamente” avviare un dialogo con l’opposizione e la società civile nell’ambito di un processo di “transizione ordinata” che spiani la strada allo svolgimento di “libere e giuste” elezioni in Egitto. Lo hanno chiesto i Ministri degli Esteri UE al termine del vertice di Bruxelles svoltosi il 31 gennaio.
Nelle conclusioni messe a punto dai 27 si esprime rammarico per le tante vittime delle manifestazioni, si chiede il rispetto dei diritti umani e civili, si sollecita l’apertura di “un dialogo aperto con tutte le forze civili della società” e si reclama un ascolto attento delle “legittime aspirazioni del popolo”. Alle autorità si chiede di “intraprendere una ordinata transizione attraverso un governo di largo consenso, che porti ad un processo genuino di sostanziale riforma democratica nel pieno rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, spianando la strada allo svolgimento di libere e giuste elezioni”.
Il Ministro Frattini ha spiegato che sono quattro i punti “condivisivi” tra tutti i 27 paesi: “Considerare l’Egitto un paese chiave, la cui stabilità è interesse di tutti noi; incoraggiare le legittime attese del popolo egiziano; rifiutare un percorso che porti al radicalismo e all’islamismo dominante: offrire all’Egitto una collaborazione anche in futuro, con i europei e con i programmi, come stiamo già offrendo alla Tunisia”. “Fase di transizione vuol dire quello che gli egiziani decideranno alle prossime elezioni”, ha poi precisato il Ministro. “Per ora, c’è una fase di profonda modifica del governo egiziano: questo è un passo a cui dovranno essere accompagnate riforme radicali importanti verso il riconoscimento dei diritti civili”, ha aggiunto Frattini.
Intanto Il MAE, attraverso l’Ambasciata e l’Unità di Crisi, continua a fornire assistenza agli italiani in Egitto. E mentre oggi ha organizzato un nuovo volo, operato dall’Alitalia, che sta riportando in Italia altri 200 connazionali, si ribadisce “la prudenza” per quanto riguarda i viaggi verso il Paese. A fare il punto sulla situazione è tornato oggi il capo dell’Unità di Crisi, Fabrizio Romano, che incontrando i giornalisti nella sala operativa, aperta 24 ore su 24, ha spiegato che la situazione nell’aeroporto del Cairo continua “ad essere molto complicata”.
Nello scalo egiziano è presente un ‘punto’ dell’ambasciata italiana per assistere i connazionali che vogliono rimpatriare. Romano ha poi ricordato che ieri è arrivato in Egitto un C130 che ha portato nel Paese un team di esperti, tra i quali il vice dell’Unità di Crisi, Nicola Minati, per aiutare a coordinare le operazioni di assistenza e affrontare le eventuali, possibili, emergenze. Il C130 ha anche portato militari del Tuscania per rafforzare la sicurezza all’ambasciata italiana.
Per quanto riguarda invece il flusso turistico che vede nel Paese al momento “migliaia di presenze”, ha spiegato Romano, l’Unità di Crisi è in costante collegamento con i tour operator e le loro associazioni di categoria. Con loro – ha spiegato – c’è un forte raccordo e un coordinamento e collaborazione: “Ci vediamo in continuazione e ci scambiamo i rispettivi dati”. Sul fronte delle mete turistiche mentre a Il Cairo e alcune altre zone del Paese restano “complicate”, la situazione resta “tranquilla” a Sharm El Sheikh nel Mar Rosso, ma anche per queste mete ” è al momento imprudente recarvisi”.
Fonte: esteri.it