Egitto: manifestanti chiedono dimissioni Mubarak

RUSH TRANSCRIPT (da DemocracyNow.org)

AHMAD SHOKR: Dopo la storica giornata di ieri che ha visto centinaia di migliaia di persone scendere per le strade in tutto l’Egitto, oggi i manifestanti continuano a chiedere le dimissioni del presidente, Hosni Mubarak.

Il governo aveva imposto ieri un coprifuoco subito dopo il tramonto ma questo è stato ampiamente ignorato poiché ovviamente la capitale Il Cairo è una grande città di 20 milioni di abitanti e per questo è quasi impossibile rafforzare un coprifuoco dopo lo stato di rivolta vissuto dalla capitale la notte precedente.

Incidenti tra manifestanti e polizia si sono verificati durante la notte. Adesso tuttavia sembra che le forze dell’ordine si siano ritirate almeno al Cairo mentre ci sono report di violenze e incidenti nella città di Ismailia nella parte orientale del paese.

Nella capitale sembra che la polizia si sia ritirata dopo essere stata battuta dai manifestanti nella giornata di ieri.

Il conteggio delle vittime che hanno perso la vita durante le proteste di ieri è arrivato a 60 persone, mentre sono più di 1000 i feriti.

I carriarmati militari e i blindati sono stati posizionati sulle strade per lo più per proteggere i più importanti siti del governo e il museo nazionale e mentre stiamo parlando rimangono lì.

Nella maggior parte dei casi i militari sono stati amichevoli con i manifestanti, i soldati dicono di essere lì per proteggere la gente, anche se ci sono delle notizie di manifestanti che hanno dato fuoco ai veicoli militari presenti in città.

La scorsa notte ci sono state scene di violenze e saccheggi, nella maggior parte dei casi indirizzati verso simboli politici come la sede del partito al potere che è stata bruciata, e molti veicoli delle forze dell’ordine sono stati capovolti, bruciati e usati come blocchi stradali dai manifestanti.

Molti di loro sono stati molto sensibili nel proteggere le cose di proprietà pubblica. Camminando lungo le strade ieri notte ho visto diversi incidenti in cui una persona stava cercando di danneggiare oggetti di proprietà pubblica, come edifici, statue e cose di questo genere. Il malfattore veniva fermato da una folla di persone che lo ammoniva dicendogli di non ripetere gesti del genere perché gli oggetti di proprietà pubblica appartengono al popolo e non al regime, per questo non dovrebbe essere l’oggetto su cui focalizzare l’attenzione della protesta.

Oggi ci sono comitati popolari per le strade che guidano il traffico, che puliscono la sporcizia lasciata dai veicoli delle forze di polizia che sono stati bruciati e in generale aiutano a mantenere l’ordine mentre i militari sembra che li aiutino nel loro compito.

La scorsa notte il presidente Hosni Mubarak ha finalmente fatto un discorso che era stato annunciato diverse volte in cui diceva che avrebbe sciolto il governo e in cui sosteneva di proporre riforme politiche e sociali e si congratulava con se stesso nell’aver concesso, nella sua precedente riforma, il diritto di protestare come succede da qualche giorno con le parole che hanno fatto infuriare molti tra coloro che sono scesi nelle strade ieri e nei giorni scorsi.

Il discorso di Mubarak ha preceduto quello del presidente statunitense Barack Obama che ha enfatizzato il bisogno urgente di riforme in Egitto e ha caldeggiato un contegno da parte delle forze di sicurezza egiziane nel trattare con i manifestanti.

La reazione a questi discorsi ed in particolare a quello del presidente egiziano è stata di generale disapprovazione e rabbia, molte persone per strada insistono con le loro richieste di dimissioni, cioè le dimissioni del presidente Hosni Mubarak e niente di meno. A questo proposito molte persone pensano che i discorsi di Mubarak e di Obama non abbiano colto nel segno, la gente non sta fuori per strada a combattere contro le violenze delle forze dell’ordine per tre giorni semplicemente per un rimpasto di governo o per un cambio dell’attuale politica governativa. Per loro si tratta di questo: non si tratta di riformare l’attuale governo ma si tratta di cambiarlo e ciò significa soprattutto che Hosni Mubarak deve lasciare il potere.

Adesso è mezzogiorno di sabato e il nuovo governo dovrebbe essere presentato tra poco. Molta gente sta già iniziando a radunarsi in Al Tahrir Square, la piazza principale della città che sto osservando proprio adesso. Molte altre altre persone dovrebbero arrivare per riempire la piazza per continuare a fare pressioni e a chiedere le dimissioni di Mubarak.

C’è una precaria calma che prevale per il Cairo in questo momento, la situazione è ancora un po’ tesa e potrebbe cambiare facilmente nel corso della giornata.

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