L’attivista legale cinese non vedente Chen Guangcheng sfuggirà alla persecuzione cinese se arriverà negli Usa ma li’ potrebbe trovare una vita grama. Lo affermano i cinesi in esilio nel paese nordamericano.Pechino ha comunicato che permetterà a Chen di lasciare il paese per studiare negli Usa, nell’ambito di un tentativo di accordo con Washington annunciato durante una visita di alto profilo della segretaria di stato, Hillary Clinton, la scorsa settimana.
Tuttavia non si sa ancora quando Chen, che sta ricevendo cure mediche in un ospedale di Pechino per un piede rotto durante la fuga dagli arresti domiciliari, potrà lasciare la Cina o se sarà in grado di farci ritorno.
Se rimanesse negli Usa, potrebbe affrontare una nuova serie di difficoltà all’estero, secondo quanto affermano gli esiliati che hanno già vissuto quella transizione difficile.
Wuer Kaixi, una figura importante delle proteste democratiche del 1989 in piazza Tiananmen che e’ scappato dal paese quell’anno, ha detto che l’esilio comporta un difficile adattamento psicologico ad uno strano nuovo mondo.
“Vivere in esilio non e’ facile,” dice Wuer.
“E’ difficile soprattutto a livello mentale perché devi superare molte difficoltà. La parte più difficile per me e’ stata l’angoscia mentale che ho sofferto per essere stato espulso dal mio paese.”
Politica di un figlio
Chen, un avvocato autodidatta, e’ più conosciuto per aver esposto gli abusi della politica cinese di controllo della popolazione di “un figlio per famiglia” come aborti forzati e sterilizzazioni.
Il suo attivismo lo ha portato in galera per più di quattro anni e, dopo il ritorno in libertà nel 2010, ha passato altri due anni in quelli che chiama “arresti domiciliari illegali” a casa sua nello Shandong nella Cina orientale.
Nonostante la cecità, Chen (40 anni) e’ scappato da casa sua il 22 aprile e si e’ rifugiato a Pechino all’ambasciata americana dove ha passato sei giorni prima di partire mercoledì.
Inizialmente, Chen aveva detto di voler rimanere in Cina.
Fonte: Mail&Guardian