Dalla politica alla cultura, il futuro in Africa è “rosa”

Ieri a Roma il convegno internazionale “Quando l’Africa è donna” con Khalid Chaouki, Cécile Kyenge e rappresentanti del mondo istituzionale e dell’imprenditoria.

“Vorrei che il Premio Nobel e il Premio Sakharov per la libertà di pensiero venissero vinti da una donna”. Con questa dichiarazione l’europarlamentare Cécile Kyenge, attuale vice presidente della delegazione ACP-UE, ha aperto il convegno internazionale “Quando l’Africa è donna”, che si è tenuto ieri presso la sala del Refettorio di Palazzo San Macuto a Roma, nell’ambito della 12/ma edizione del festival “Ottobre africano”.

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Testimonianze preziose sono state quelle delle ambasciatrici che hanno preso parte alla prima tavola rotonda, “L’impegno politico delle donne in Africa”, S.E. Carla Elisa Mucavi (Mozambico) e S.E. Nomatemba Tambo (Sudafrica). I loro interventi hanno ricordato le conquiste e i progressi della condizione femminile nei loro paesi, pur non dimenticando le sfide che ancora oggi le donne in Africa devono affrontare.

“La costituzione del Mozambico” – ha affermato S.E. Carla Elisa Mucavi – “difende la parità tra i sessi, creando le basi affinché la donna possa partecipare a tutte le attività del paese. I risultati di questa espressa volontà politica sono molti, si pensi ad esempio al numero sempre maggiore di donne che assumono incarichi ministeriali di prestigio, dalla giustizia alle risorse minerarie”. L’ambasciatrice ha continuato ricordando le difficoltà di un percorso ancora lungo per arrivare alla piena parità. “L’istruzione obbligatoria e gratuita deve essere lo strumento per sconfiggere quegli ostacoli contro i quali ancora oggi le donne devono combattere, in particolare nelle zone rurali del paese”.

Le lotte e le conquiste delle donne africane sono state anche il tema dell’intervento di S.E. Nomatemba Tambo, ambasciatrice del Sudafrica. Il suo ricordo è andato alla moglie di Nelson Mandela e a tutte quelle donne che nel corso della storia hanno lottato per una società più equa. “Le loro battaglie, sono le nostre battaglie” – ha dichiarato l’ambasciatrice – “ci hanno insegnato che le donne hanno la forza di muovere le montagne, le loro testimonianze sono un esempio per le donne di oggi”.

La seconda sessione di lavori, “L’Italia delle donne africane”, è stata aperta dall’On. Khalid Chaouki, che ha sottolineato l’importanza del ruolo dell’Africa nella società odierna: “Quando si parla di cooperazione, occorre fare attenzione a non ripetere gli errori del passato. L’Africa di oggi ha una struttura sociale matura, i parlamenti dei governi africani devono avere la possibilità di sedersi alla pari con i rappresentanti dei governi del vecchio continente”.

Concetto, questo, ribadito anche da Suzanne Diku, medico italo-congolese che ha affermato: “Le donne africane sono forti, determinate, decise a ribaltare i cliché che sono stati cuciti loro addosso. Non si accontentano di uscire dalla povertà, vogliono la prosperità. Sono ambiziose” – ha continuato la Diku durante il suo intervento – “e, malgrado le difficoltà, sono la chiave della crescita, del cambiamento e dello sviluppo. Dal sindacalismo alla professione liberale, sono dinamiche, senza complessi, hanno energia, danno la nota della modernità del domani. Sono madri, non rinunciano alla maternità per il lavoro. In una società come quella italiana dove le donne decidono di ritardare la maternità per mancanza di strutture adeguate, le donne africane danno il loro esempio e il loro contributo”.

È questo il caso di Katouar Badrane, avvocato italo-marocchina, e di Edith Elise Jaomazava, imprenditrice malgascia, che sono intervenute a chiusura del convegno, riportando le loro esperienze e raccontando con orgoglio le difficoltà e le soddisfazioni del loro cammino.

Tali testimonianze di forza e coraggio sono state ben riassunte dalla frase di Tana Anglana, responsabile dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e moderatrice di entrambe le tavole rotonde, che ha chiuso il convegno: “Dietro all’eccellenza e alla qualità italiana, c’è oggi anche l’eccellenza e la qualità degli immigrati che in Italia stanno dando il loro contributo nel processo di sviluppo socio-economico del paese”.

Tra i presenti Ching Hsu di Money Gram, sponsor ufficiale del festival e Sonia Martins, consigliere dell’Ambasciata di Capo Verde.

“Ottobre Africano”, organizzato da Le Réseau e Redani (Rete della Diaspora Africana Nera in Italia), è finanziato da Money Gram, Legacoop Sociali e Eyewear, con il patrocinio di OIM, Unar, Regione Emilia Romagna, Roma Capitale e Provincia di Parma. Alla realizzazione contribuiscono inoltre: Institut francais, Alliance française, Zètema, Destination West Africa, 66thand2nd, Centro culturale Elsa Morante, Nakiri, Piemonte Onlus, Renken, Africa&Sport, Ta chance, Cinemafrica, Colser Aurora Domus, Il Federale caffè, Exòrma, Summer School, Arcadia University, Musoco, Centro sperimentale, Solidarietà e cooperazione Cipsi, Cineteca Nazionale, Festival della Diplomazia, Corriere Internazionale, RomeMUN. Media partner: PiùCulture, NelPaese.it, The Africa News, Africa News.

Fonte: comunicato stampa

 

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