Di Jonathan Mastellari
È a partire dal 12 settembre che la capitale del Senegal, Dakar con circa 3 milioni di abitanti, sta vivendo una preoccupante situazione riguardante la distribuzione dell’acqua potabile nelle case di molte zone delle città creando non poca tensione a livello sociale.
Solamente in queste ore infatti si sta arrivando alla conclusione positiva di quello che sembra un brutto sogno non degno di una capitale africana che aspira negli ultimi anni alla modernità come Dakar.
Le cause del guasto sono da ricondurre, secondo la Sénégalaise des Eaux (SDE), società che ha in appalto la gestione e la distribuzione delle risorse idriche nella capitale senegalese, alla rottura improvvisa di una parte della principale conduttura di distribuzione che collega la città alla fonte presso il Lago Guiers a circa 200 chilometri a nord da Dakar, un tubo che si trova nella zona di Keur Momar Sarr di 85 metri di lunghezza e 1,20 metri di diametro, che aveva già nel passato subito aggiustamenti e del quale si prevedeva la sostituzione nel 2014.
La situazione nella capitale senegalese sta tornando alla normalità solo nelle ultime ore, anche se gia’ martedì scorso si pensava di essere usciti dall’emergenza dopo che il tubo difettoso aveva subito un primo trattamento, poi risultato inutile.
Durissime le accuse da parte della società civile e dell’ Association des consommateurs du Sénégal (Ascosen), l’associazione dei consumatori senegalesi che tra le varie cose, oltre a far presente la quasi totale assenza di soluzioni d’emergenza come auto-cisterne o materiale informativo sulla soluzione, hanno tenuto a sottolineare come la situazione di Dakar forse realmente a rischio per epidemie di eventuali malattie.
Già nei giorni scorsi numerosi gruppi più o meno organizzati erano scesi in piazza per manifestare e fare pressione sul neo-eletto governo di Aminata Touré per trovare una rapida soluzione allo stato di crisi, facendo anche rientrare in patria di tutta fretta il Presidente della Repubblica Macky Sall impegnato a presenziare presso l’Assemblea Generale dell’ONU a New York, per cercare di riportare alla normalità la situazione nella capitale.
La neo nominata (a inizio settembre) primo ministro Aminata Touré alla quale non si possono dare di certo ancora le colpe del cattivo funzionamento delle oper pubbliche della città, preoccupata anche della situazione a livello socio-sanitario di Dakar ha ritenuto opportuno sottolineare durante una visita alla zona del guasto il 24 settembre quanto la situazione sia “inammissibile” , pretendendo delle spiegazioni tecniche dell’accaduto e mostrandosi preoccupata per la sempre più pesante situazione di scarsità di riserve di acqua utilizzabile presso gli acquedotti e presso le botteghe che mettono in vendita acqua potabile.
Dalle parole della stessa primo ministro purtroppo si evince come ancora sia lungo il cammino per Dakar di raggiungere il sogno di essere un’efficiente metropoli moderna esempio per tutto il continente africano.