Milano, 11 maggio 21011.
Il Gruppo EveryOne, il Gruppo Facebook “Costa d’Avorio – La voce della Diaspora – Per il ritorno alla Pace“, l’Associazione Sharazade e una rete di operatori umanitari lanciano un appello disperato alle
- Nazioni Unite e in particolare
- all’Alto Commissario per i Diritti Umani,
- all’Alto Commissario per i Rifugiati,
- all’Unicef e
- all’Organizzazione Mondiale per la Pace;
- all’Organizzazione mondiale della sanità;
- all’Unione africana;
- ai paesi membri dell’Unione europea;
- alla Croce Rossa Internazionale e
- a tutte le ONG per i diritti umani
affinché – in linea con le norme che tutelano individui e popoli – si portino aiuti alle persone e ai gruppi sociali perseguitati in Costa d’Avorio, dove la popolazione coinvolta nei conflitti armati interni richiede da giorni richieste urgenti di aiuto.
“A Yopougon, popoloso quartiere di Abidjan,” spiegano gli operatori umanitari, “cadono le bombe, che uccidono bambini, donne, uomini innocenti, spargendo terrore fra i sopravvissuti. Nelle strade, si accumulano cadaveri in putrefazione e dappertutto si spara. Le forze repubblicane” continuano gli attivisti, “danno la caccia a chiunque sia sospettato di essere un avversario del nuovo presidente Alassane Ouattara, per assassinarlo senza processo, senza pietà. La Croce Rossa fa quello che può, ma le violenze sono fuori controllo. Le Nazioni Unite” commentano, “assistono impotenti, come se i protocolli per la pace nei paesi devastati da conflitti intestini fossero stati dimenticati nei cassetti della burocrazia. E’ impossibile contare i morti, i feriti, le vittime di malattie e malnutrizione: si tratta di un esodo tragico e silenzioso conduce migliaia di profughi verso altre zone di Abidjan, verso i villaggi e fuori dal paese, in Liberia, nel Ghana. Ma i sicari delle forze repubblicane, impuniti, inseguono ovunque i loro presunti nemici, con l’intento di assassinare loro e le loro famiglie”.
Nell’appello lanciato alla comunità internazionale, si esortano autorità e istituzioni a “istituire una forza di pace e tutela della popolazione e a realizzare con estrema urgenza un presidio permanente a Yopougon, opportunamente strutturato e attrezzato per porre rimedio al dramma umanitario in corso”.
“La gente” concludono i difensori dei diritti umani, “è senza cibo e cade vittima di pestilenze o dello sfinimento, mentre i luoghi abitabili sono sovrappopolati e in preda al panico e le famiglie in fuga si nascondono ovunque. Ogni giorno, per loro, sopravvivere diventa un’impresa”.
Fonte: mail gruppo everyone
Je suis d’accord avec cette appelle ,voyant les innocents mouri par la faute de nos dirigents,je vois cela injiuste.
Si on tue tous les jeune comment on peu dirige le pays, quel sera l’avvenir de ce pays.
l’Onu doit se reveiller pour aider la populations ivoirienne e non pas s’associè au assassin des paouvres jeunes Ivoirienne.
ou è le droit uman?