Si è svolto a Roma lo scorso 3 maggio il convegno “L’importanza e il ruolo delle diaspore nella nuova visione della cooperazione italiana”.
L’incontro ha avuto luogo presso l’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti e per il Contrasto delle Malattie della Povertà (INMP) in Via Di S.Gallicano 25 – Roma.
All’incontro hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, delle ong, del mondo delle cooperative e delle comunità straniere in Italia, principali attori della nuova cooperazione italiana scaturita della legge 125/2014.
L’obiettivo del convegno, promosso dall’associazione Le Réseau, è quello di fare il punto sullo stato della cooperazione allo sviluppo in Italia e valutare il ruolo delle diaspore coinvolte nel nuovo quadro di politica estera.
Obiettivo raggiunto secondo quanto ha detto ad Africanews.it, Cleophas Dioma, presidente dell’associazione Le Réseau e coordinatore del gruppo di lavoro ‘Migrazioni e sviluppo’ del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo (Cncs), nuovo organo stabilito dalla 125/2014 chiamato a favorire la conoscenza tra i vari attori, alla formazione di partenariati, nonché esprimere pareri sulle materie attinenti la cooperazione.
Prossima tappa, ha aggiunto Dioma, sarà il summit nazionale delle diaspore in Italia. Non è ancora certa la data dell’incontro ma pare che si svolgerà intorno alla metà di luglio.
“E’ venuta l’ora di mettersi in cammino per il bene comune – ha aggiunto ancora Dioma ad africaeaffari.it – Sarà necessario dialogare in modo aperto e avviare un confronto autentico. Bisognerà anche spiegare a tutte le parti la nuova visione della cooperazione italiana e i nuovi organi creati dalla Legge 125. Sul territorio le comunità sono già operative da tempo e ora siamo chiamati a valorizzare le nostre identità e metterle in sinergia per creare un sistema. Siamo di fronte a una grande sfida e a tempo stesso una grande opportunità”.
In Italia – si legge su africaeaffari.it – i titolari di più di 477.000 imprese sono stranieri (marocchini, rumeni, cinesi, senegalesi, tunisini ed egiziani), pari al 7,8% del totale, con un fatturato di 7 miliardi di euro. Il volume di flussi finanziari in uscita (rimesse) si attesta attorno ai 5,2 milioni (contro 7,4 nel 2012), pari allo 0,35% del Pil.
Numeri alla mano si evince che “le diaspore costituiscono una realtà importante per l’economia italiana” ha sottolineato Giampaolo Cantini, Direttore della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo.