Si è svolta ieri a Bruxelles una manifestazione per chiedere di risolvere la situazione in Congo. L’iniziativa è stata organizzata dalla Comunità congolese patriottica del Belgio.
Tra le richieste dei manifestanti, anche l’invio di un contingente di 2000 uomini dell’esercito dell’Unione Europea, oltre all’arresto e all’accusa del presidente congolese Kabila per alto tradimento e violazione della Costituzione per aver fatto entrare l’esercito Ruandese nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.
Nell’invito giunto in redazione si spiega che questa manifestazione servirà a denunciare la farsa del “presidente congolese Joseph Kabila per preparare l’annessione della parte est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) (le province del Nord Kivu e del Sud Kivu) alla Repubblica del Rwanda, senza aver consultato il potere legislativo, esecutivo e giudiziario e facendo entrare le truppe ruandesi nella RDC per cercare e uccidere i rifuggiati Hutu ruandesi esiliati dal 1994 sotto la protezione dell’Onu”.
“Il presidente – è scritto nell’invito alla stampa internazionale – non dice quando i militari ruandesi lasceranno la RDC per rientrare nel loro paese”.
Lo stesso comunicato conclude con le rivendicazioni “dei congolesi”.
“I congolesi esigono:
- le dimissioni del presidente Joseph Kabila per alto tradimento e violazione dell’articolo 74 della Costituzione.
- il suo arresto di fronte la corte penale internazionale (CPI) per crimini contro l’umanità per aver permesso a Kagame di venire e uccidere gli Hutu nel territorio congolese.
- l’estradizione del criminale Nkunda alla CPI
- la denuncia del complotto della balcanizzazione dell’est del Congo a vantaggio del Rwanda
- il ritiro immediato dai territori congolesi dell’esercito ruandese”
Sul sito indymedia-letzebuerg.net si riportano le parole di una partecipante a proposito della richiesta dei manifestanti di inviare un corpo di 2000 uomini dell’esercito europeo. “Non capisco perché – dice la manifestante – si tergiversi fino a questo punto quando tutto ciò che chiedono è 2000 uomini. Tale numero sarebbe ampiamente sufficiente per riportare l’ordine a Goma. Siamo molto delusi dall’atteggiamento di molti governi europei che restano così indifferenti su questo problema che è evidentemente un’emergenza umanitaria”.
“Non fare nulla mentre si sarebbe potuto constatare l’ampiezza della catastrofe è semplicemente scandaloso”, dice Annika Van Woudenberg di Human Rights Watch.