Categoria: cultura

Hassan e Abubakar, ragazzi somali di 20 e 21 anni, sono nati e cresciuti insieme a Mogadiscio durante la guerra civile.

Bellissima e infelice, Ramata, sposata da trent’anni con un uomo ricco e potente, s’innamora perdutamente del giovane criminale che la sequestra e violenta. Un amour fou che la trascina nei bassifondi di Dakar fino a perdere ogni dignità.

Due giovani congolesi decidono di girare un documentario per lasciare imperitura memoria delle stelle della squadra nazionale che nel 1974 aveva partecipato alla Coppa del Mondo: la prima nazionale africana a passare la selezione ai Mondiali! Oggi gli assi del pallone sono stati dimenticati, alcuni sono già decaduti in miseria.

Attraverso un viaggio visivo soggettivo, al tempo stesso realista e simbolico, la giovane filmmaker franco-algerina si interroga sul senso dell’identità, cercando di ricreare gli elementi che costituiscono la sua identità, meglio le sue identità da individuare in Algeria così come in Francia.

Seduto accanto al fuoco, Serigne, un ragazzo di Dakar, racconta a due amici la storia del suo viaggio in piroga come clandestino.

Regolamento di conti, conflitti inter-religiosi, emigrazione clandestina, contro-esodo degli immigrati, traffici illeciti, profughi di guerra: tutti questi grandi temi che scuotono il continente hanno la loro piccola ma tragica ripercussione anche nel tranquillo e tradizionale villaggio di Mansaré che diventa metafora dell’Africa contemporanea.

Un racconto di periferia dai toni magico-realistici. Karim e la sorella Coralie vivono con la madre in una cité che domina Marsiglia Ogni mattina osservano da lontano l’edificio della prigione dove è rinchiuso il padre e ascoltano la radio che manda messaggi ai detenuti.

Il Ruanda è un paese in transizione. Solo quindici anni fa la popolazione è stata coinvolta in una terrificante guerra civile. Molti media sono stati impegnati per lungo tempo a raccontare gli eventi della storia recente.

Quindici anni dopo il genocidio in Ruanda, molti bambini rimasti orfani sono diventati maibobo (ragazzi di strada) e vivono tutt’oggi ai margini della società.

Dopo la fine dell’apartheid permane in Sudafrica il problema della povertà e del disagio sociale.