Sono i marocchini a farla da padrone, con un’impresa registrata ogni 13 residenti. In ultimo posto i filippini. L’impresa straniera cresce in Italia, con oltre 165 mila imprenditori immigrati, come rivelato dal rapporto realizzato dalla Fondazione Ethnoland in collaborazione con i redattori del Dossier statistico Caritas/Migrantes.
Quello dell’imprenditoria immigrata è un fenomeno molto recente nel nostro Paese. L’85% delle realtà registrate sono state create dal 2000 in poi. Il dato interessante è che questo boom è avvenuto proprio negli stessi anni in cui sono rimaste stabili, o addirittura diminuite, le aziende create dagli italiani. In media una ogni 33 imprese registrate in Italia è straniera.
L’industria è il settore maggiormente privilegiato dagli immigrati, con particolare riguardo al comparto edile e a quello tessile.
I numeri cambiano da Nord a Sud: si va dalle 30 mila aziende lombarde alle mille e meno delle piccole Regioni. Qualche sorpresa viene dal Meridione, in particolare da Sardegna, Sicilia e Calabria, dove gli immigrati hanno lo stesso tasso di imprenditorialità degli italiani. Le province protagoniste sono naturalmente Milano e Roma, seguite da Torino.
L’immigrazione comincia ad avere peso anche a livello economico. Gli stranieri che lavorano in Italia, infatti, producono ormai più del 10% del Prodotto Interno Lordo italiano e versano ogni anno 5 miliardi di euro in contributi previdenziali. Pagando quindi una buona parte delle pensioni degli italiani.
di Silvia Cravotta
Foto di: JoséMiguel