FRA LEONI E RAPACI FERITI SI CONCLUDE L’EMOZIONANTE PRIMA MISSIONE IN SUDAFRICA PER IL TEAM ANGELS FOR AFRICA DI ANPANA
Roma, 18 ottobre 2013 – Bilancio estremamente positivo per la prima missione in Sudafrica per il Team Angels for Africa di ANPANA. Un progetto avviato lo scorso anno e mirato a portare consulenza, aiuti e supporto a quanti quotidianamente cercano di salvare animali a rischio estinzione quali rinoceronti, elefanti e leoni in un territorio difficile quale quello africano.
Il primo gruppo di volontari si è recato in una riserva in Sudafrica, nella regione del Limpopo, una zona martoriata da efferati atti di bracconaggio a danno degli elefanti poiché confinante col Mozambico e ricca di parchi naturali, fra cui il Parco Nazionale del Kruger, nel quale sono stati uccisi già oltre 450 rinoceronti dall’inizio dell’anno (quasi 750 in tutto il Sudafrica).
Importantissimi i risultati ottenuti, primo fra tutti la firma di un accordo di collaborazione con il responsabile della sicurezza della riserva di Mabula per l’avvio di un progetto di mappazione aerea e implementazione delle misure di protezione, per salvaguardare la meravigliosa biodiversità presente entro i suoi confini.
Il Team degli “Angeli” ha affiancato i Ranger della riserva nelle quotidiane operazioni di sorveglianza dell’area, che si estende per oltre cento km quadrati ed è attraversata da una complessa rete di piste, strade e sentieri ed è pertanto di difficile protezione.
“Abbiamo raccolto dati importanti su cui lavorare ora che siamo rientrati in patria”, commenta Vincenzo D’Adamo, Vice Comandante Nazionale GEZ ANPANA e Responsabile del progetto Angels for Africa. “La riserva di Mabula ha confini estremamente frastagliati e un numero imprecisato di vie d’ogni tipo, e benché sia recintata l’estensione è tale che il numero dei ranger presenti è insufficiente a garantirne la sicurezza. Abbiamo ovviamente offerto il nostro sostegno nella formazione di nuove risorse che opereranno a fianco degli uomini già presenti per assicurare la salvaguardia del patrimonio animale della riserva.”
Nel corso della missione si è collaborato alla radiocollarizzazione di una leonessa, evento ripreso dalle telecamere di LIFE, programma di Rete4 condotto da Vincenzo Venuto (la puntata andrà in onda il 24 ottobre p.v.). “La radiocollarizzazione degli animali”, spiega D’Adamo “è sempre più diffusa sia per ragioni di studio sia per monitorarne gli spostamenti ed evitare così che restino vittime di bracconieri. E’ stato un momento intenso ed emozionante, trovarsi a pochi centimetri da una regina della savana è stata un’esperienza che non dimenticherò facilmente”.
Il primo Team ANPANA ha inoltre cooperato alla cattura di un rapace ferito, ora affidato alle cure del veterinario della Riserva, e ha potuto avvicinare gli amati rinoceronti, scelti quali animali simbolo della prevenzione al bracconaggio. “Sono i mammiferi più antichi che ancora camminano su questa terra”, commenta D’Adamo. “Trovarsi accanto a loro è un po’ come trovarsi accanto ad un dinosauro. Esistono da oltre cinquanta milioni di anni e rischiano di estinguersi in meno di dieci se non riusciamo a fermare lo stillicidio di morti. Nei giorni che abbiamo trascorso nella savana di Mabula ci siamo resi conto di quanto sia facile ucciderli: si avvicinano senza alcun timore all’uomo, un po’ perché sono miopi e un po’ perché sono ormai abituati alla nostra presenza”.
I ragazzi di ANPANA sono rientrati in patria già col mal d’Africa e con la voglia di ripartire. La missione ha aperto canali di comunicazione importanti con l’AFGA – African Field Guides Association – e ha consolidato la già avviata collaborazione con AIEA – Associazione Italiana Esperti d’Africa – e la PPA – Poaching Prevention Academy, gettando le fondamenta per una sempre più intensa attività di prevenzione e tutela di uno degli ecosistemi più antichi e perfetti al mondo.
Solo pochi giorni fa è arrivato anche l’appello dell’IFAW all’Unione Europea, con la richiesta di un piano d’azione per fermare non solo il massacro di rinoceronti ed elefanti in Africa, ma il traffico stesso di fauna selvatica, ormai quarta industria criminale al mondo e indubbia fonte di sostegno per criminali e terroristi internazionali.
“La salvaguardia del pianeta è responsabilità di ognuno di noi”, conclude D’Adamo. “Non chiediamo a tutti di unirsi a noi e ai ranger in Africa, quello che chiediamo è di non ignorare il grido d’aiuto della nostra amata Terra. Rischiamo di perdere per sempre animali quali rinoceronti, elefanti, gorilla, leoni, solo per parlare di grandi mammiferi africani. Ma se guardiamo alla situazione in altre zone, restano meno di 3200 tigri al mondo… quando saranno estinte con chi dovremo prendercela? Denunciamo, condanniamo, non stiamo zitti, non voltiamoci dall’altra parte mentre il nostro pianeta muore. Perché questo ci rende complici.”. (14/2013)
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A.N.P.A.N.A. – Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente – nasce nel 1985 a Roma per volere di un gruppo di persone provenienti da esperienze diverse, ma accomunate dalla stessa passione per gli animali e la natura e dallo stesso desiderio di tutelarli e proteggerli. A oggi, A.N.P.A.N.A. conta 45.000 soci in tutta Italia, ed è presente con le sue sezioni territoriali in 18 Regioni, offrendo in questo modo una copertura pressoché capillare del territorio nazionale. Il nucleo delle Guardie Ecozoofile, coordinato dal Comandante Cav. Giuseppe Laganà, conta quasi 1000 operatori, attivi per la prevenzione, l’informazione, la tutela e la salvaguardia di animali d’affezione, da reddito e CITES, nonché per la protezione dell’ambiente e della natura e come Protezione Civile in caso di calamità.
A.N.P.A.N.A. è una ONLUS, e dal 1998 è riconosciuta Associazione di Protezione Civile dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel 2004 arriva il riconoscimento da parte del Ministero dell’Ambiente quale Associazione di Protezione Ambientale, e finalmente nel 2007 il Ministero della Salute riconosce A.N.P.A.N.A. Associazione di Protezione Animale. Nel 2013 A.N.P.A.N.A. ha visto il proprio protocollo formativo ottenere la certificazione UNI ISO 9001.
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I corni di rinoceronte sono venduti sul mercato nero orientale (prevalentemente Hanoi, per poi essere distribuiti in Vietnam e Cina) a US$65,000 al kilo, più della cocaina. La polvere che se ne ricava viene utilizzata nella medicina tradizionale cinese per curare patologie che vanno dai postumi da sbornia al cancro, tutto senza alcuna giustificazione scientifica. I rinoceronti africani sono prevalentemente di due tipi, rinoceronte bianco (diffuso soprattutto in Sudafrica, che ospita quasi il 95% della popolazione ancora esistente, stimata a circa 20,000 esemplari dall’IUCN) e il rinoceronte nero (diffuso prevalentemente fra Namibia e Sudafrica, indicato come gravemente a rischio dall’IUCN in quanto la popolazione è di appena 5,000 esemplari). Hanno caratteristiche fisiche ed etologiche molto diverse e il loro corno, così ricercato sui mercati orientali, è composto di cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatti i capelli o le unghie umani.
Fonte: comunicato stampa