In Algeria due gruppi industriali, uno cinese e l’altro giapponese, hanno vinto la gara per la costruzione dell’autostrada che collegherà il paese nordafricano da est ad ovest.
Si tratta dell’opera più importante nella storia del paese dai tempi dell’indipendenza. Sarà finanziata con fondi pubblici algerini con 11 miliardi di dollari.Al contrario di quanto è successo per opere così importanti in Tunisia e in Marocco, in Algeria il governo non ha voluto utilizzare fondi pubblici esteri.
Le imprese vincitrici avranno quaranta mesi per completare l’autostrada che collegherà Tlemcen a Annaba per una distanza di 1216 Km. Saranno 100 mila i posti di lavoro creati da quest’opera.
Tlemcen-Annaba in 10 ore di autostrada? Sarà possibile alla fine del 2009 se i tre gruppi industriali, che hanno vinto la gara del 15 aprile scorso, rispetteranno gli impegni.
Al bando internazionale di aggiudicazione della gara, lanciato dal Governo di Algeri il 25 ottobre 2005, avevano risposto sette gruppi tra i quali uno franco-tedesco, uno americano, uno italiano e un altro portoghese. Tuttavia la migliore offerta (95,44/100) per quanto riguarda gli aspetti tecnici (60%) e finanziari (40%) è stata presentata dal consorzio giapponese Kojal che ha ottenuto la parte di progetto per cui si era candidata cioè quella est per una distanza di 399km. Dal canto suo l’impresa cinese Citic/Crcc, che ha presentato un dossier finanziario che ha stracciato le proposte della concorrenza, si è aggiudicata le rimanenti parti del progetto cioè quella del centro (169 km) e dell’ovest (359 km).
Sui 1216 km di autostrada previsti, 102 sono stati già realizzati e aperti alla circolazione mentre altri 175 stanno per essere ultimati. In questo caso i lavori erano stati assegnati al gruppo algerino ETRHB Cosider e a due società, una turca e l’altra italiana, ha detto l’addetto alla comunicazione del ministero dei lavori pubblici, Omar Oukil.
Le due imprese orientali che si sono aggiudicate i lavori costruiranno 927 km sui 1216 che collegheranno Tlemcen a Annaba. Il progetto è stato presentato come l’opera più importante dell’Algeria indipendente.
Inizialmente il costo globale era stato stimato a 7 miliardi di dollari. Tuttavia questa prima stima non comprendeva centinaia di chilometri per i quali non era stato fatto nessuno studio, spiegano al ministero dei lavori pubblici.
Dopo qualche esitazione, le autorità algerine hanno deciso di pagare quest’opera con fondi propri, senza fare ricorso a fondi stranieri come hanno fatto i vicini marocchini e tunisini. Questo è stato possibile perché il paese è ricco di petrolio.
Saranno 100 mila i nuovi posti di lavoro creati, secondo l’agenzia nazionale delle autostrade. “Per ottenere il numero di impieghi indiretti, bisogna moltiplicare quella cifra per due o per tre”, spiega Omar Oukil. Le imprese nazionali non hanno protestato troppo per essere state tenute lontane da quest’opera. Secondo il giornalista Lyès Malki, che scrive sulle pagine economiche del quotidiano El Watan, gli imprenditori sono coscienti del fatto che si tratta di un’opera straordinaria. Ovviamente sperano nelle ricadute che la realizzazione di quest’autostrada avrà sul loro lavoro.
“È un’opera gigantesca che avrà bisogno dell’apporto di tutti”, assicura l’addetto alla comunicazione del ministero dei lavori pubblici. “Le imprese straniere avranno sicuramente bisogno di assistenza e probabilmente chiederanno aiuto alle imprese algerine”.
Per quanto riguarda il paesaggio, l’autostrada est-ovest non avrà un grosso impatto ambientale perché seguirà il tracciato delle nazionali 4 e 5 che collegano Algeri a Oran e Algeri a Constantine.
Tuttavia rischia di stravolgere la vita economica delle 19 wilayas (le province algerine) che sono direttamente attraversate dall’autostrada. In un paese in cui l’85% degli scambi commerciali avviene su ruota, l’impatto rischia di farsi sentire molto rapidamente.
Per quest’opera saranno costruite 11 gallerie e 25 viadotti per unire la frontiera tunisina a est e quella marocchina a ovest e costruire l’autostrada trans-maghrebina.
L’unico problema, fanno notare ad Algeri, è che la frontiera tra l’Algeria e il Marocco è ancora chiusa.
Di Redha Loucif
Foto di mark.bold