Alfano: Ecco l’agenda dell’Italia per l’Africa (la Repubblica)

Caro direttore,

l’editoriale di Eugenio Scalfari, di domenica scorsa, si conclude con la saggia esortazione ad aiutare l’Africa, anche in vista della crescita che quel grande Continente ci restituirà.

L’Africa è fonte di tante sfide globali, politiche, economiche, migratorie, ambientali e demografiche. Sono sfide differenti, ma interconnesse. Sulle quali lavorare in squadra con tanti altri Paesi, ma anche come Italia in quanto Paese a vocazione specificamente mediterranea.

La nostra Agenda per l’Africa è fitta.

Giovedì scorso abbiamo ospitato alla Farnesina una riunione operativa con i ministri degli Esteri di diversi Stati europei e dei principali Paesi africani di transito dei flussi migratori.

Un formato innovativo che ha colmato un vuoto nello scenario internazionale e ha raggiunto risultati concreti: aiuti immediati alla Libia e a quei Paesi africani disposti a rafforzare il controllo delle loro frontiere nel pieno rispetto dei diritti dei migranti e dei rifugiati in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

 L’Italia ha svolto un ruolo di catalizzatore, stimolando i Paesi europei a raddoppiare con i loro fondi il contributo italiano, raccogliendo alla fine di una giornata di lavori 60 milioni di euro in favore dei Paesi di transito, in aggiunta ai 50 milioni di euro che solo alcuni mesi fa abbiamo destinato al Niger per il controllo delle frontiere a sud della Libia.

L’indomani della conferenza di Roma, assieme al vice premier libico Maiteeg, ho organizzato ad Agrigento il primo Forum economico italo-libico. Mentre si cerca la stabilità, cominciamo a preparare le nostre imprese al nuovo mercato libico che può creare nuove opportunità. Le imprese hanno colto l’occasione e in più di cento hanno partecipato. E abbiamo posto insieme le basi per definire con i libici un piano comune d’azione per gli investimenti.

La dichiarazione firmata ad Agrigento, città geograficamente e simbolicamente affacciata su quel mare dal quale l’Italia ha tratto in salvo centinaia di migliaia di vite umane, è testimonianza del nostro impegno a unire le due sponde del Mediterraneo.

È questa la filosofia alla base

    • della riapertura dell’ambasciata a Tripoli e del rafforzamento della rete diplomatica nel Sahel; 
    • dei frequenti colloqui con i colleghi africani; 
    • del significativo contributo italiano al trust-fund per l’Africa; 
    • dei tanti finanziamenti della cooperazione allo sviluppo che abbiamo aumentato del 25 per cento rispetto all’anno scorso e che raggiungeranno i 565 milioni di euro nel 2017; 
    • dell’istituzione alla Farnesina di un “Fondo Africa” di 200 milioni di euro; 
    • del continuo lavoro di tessitura diplomatica per portare l’Africa al centro dell’agenda internazionale.

    Perché, caro direttore, mentre lavoriamo per una forte politica estera e migratoria europea, ci adoperiamo per convincere i nostri partner che lo sviluppo dell’Africa è interesse di tutti. 

    Intanto procediamo anche per conto nostro, confortati dal fatto che l’Europa inizia a capire che “non deve temere l’Africa“, ma costruire insieme a essa e con fiducia le basi per un partenariato di crescita e sicurezza comune.

    È questo il capovolgimento di approccio che serve. 

    È questo il senso dell’Agenda per l’Africa che abbiamo costruito in questi mesi. 

    Un’Agenda che vorremmo restasse del nostro Paese oltre ogni elezione, oltre ogni colore politico del governo.

    Fonte: esteri.it

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