Oltre 2.000 chilometri di strada, dall’arida Ouagadougou, nel Burkina Faso, alle coste dell’Oceano Atlantico che bagnano Dakar, la Capitale del Senegal. In totale 400 delegati provenienti da 15 Paesi differenti uniti per chiedere lo stop ad ogni forma di accaparramento di terra ed acqua da parte di Paesi terzi o multinazionali estere e per ribadire che l’acqua, la terra e il cibo sono beni comuni essenziali alla vita.
Questo il senso della Carovana dell’Africa occidentale per la terra, l’acqua e i semi che dal 3 al 19 marzo 2016 sfilerà tra Burkina Faso, Mali e Senegal (in un susseguirsi di eventi tesi a scuotere le coscienze e a mobilitare le organizzazioni e i movimenti sociali dell’Africa Occidentale, a far valere i diritti delle comunità e a promuovere l’agricoltura familiare basata sull’agroecologia.
La Carovana è un’iniziativa della Convergenza Globale dell’ Africa Occidentale delle lotte per la terra e l’acqua, composta da oltre 300 organizzazioni contadine, organizzazioni rappresentanti le vittime di land e water grabbing, nonché movimenti sociali e ONG africane ed europee.
Oggi, oltre 56 milioni di ettari di terra, in Africa, sono oggetto di land grabbing. Quasi l’85% del terreno coltivabile del Mali è al centro di contratti di affitto o compravendita. In Tanzania, oltre 3.000 contadini sono stati sfrattati da grossi investitori stranieri in un solo anno. La Carovana vuole ribadire il “no” al land e water grabbing, da parte di contadini, comunità rurali e movimenti sociali. E ricordare che negare l’accesso alle risorse naturali attraverso l’accaparramento corrisponde a una precisa violazione dei diritti umani cui le autorità politiche devono far fronte attraverso risposte concrete.
L’obiettivo della Carovana è cercare di avere risposte dalle autorità politiche e amministrative nazionali e delle istituzioni sub-regionali (CEDEAO e UEMOA), a cui sottoporre rivendicazioni e proposte per la realizzazione dei diritti umani e l’implementazione delle Direttive della FAO sul diritto all’alimentazione. Rivendicazioni e proposte, in particolare, racchiuse in un libretto che la Convergenza ha redatto e con le quali si chiede una trasformazione radicale dei sistemi alimentari verso modelli agroecologici basati sulla sovranità alimentare e il controllo delle risorse naturali da parte delle comunità rurali.
L’accaparramento delle risorse naturali è tra le prime cause di impoverimento delle popolazioni africane. Un vero e proprio furto che costringe intere comunità ad esodi disastrosi in termini di perdita di vite umane. Migrazioni epocali che vedono protagonista anche l’Italia, dove migliaia di persone finiscono per cadere nella rete di sfruttamento e caporalato che caratterizza ampie aree del nostro Paese. Eppure, nonostante ci si trovi di fronte a un’emergenza sociale e ambientale, questo tema è ancora lontano dall’essere seriamente affrontato sia dai governi africani che europei.
“La Carovana è un’occasione imperdibile, il cui esempio dovrebbe essere seguito anche qui in Europa, dove il land grabbing è un problema molto serio quanto sottovalutato – aggiunge Paola De Meo, dell’associazione Terra Nuova – che prende varie forme, tra cui la concentrazione delle terre e la sparizione delle piccole aziende agricole. Basti pensare che nei territori dell’Unione, un quinto delle terre disponibili è nelle mani dell’uno per cento delle aziende agricole. Inoltre, solo tra il 2003 ed il 2010 abbiamo assistito alla scomparsa di un quarto delle piccole imprese agricole europee, mentre sono aumentate esponenzialmente le transazioni per i grandi appezzamenti.
L’80% delle aziende agricole comunitarie controlla appena il 14.5% della terra disponibile. Nonostante ciò, la Commissione Europea non ha ancora dato una risposta politica a questo problema. Per questo, La Via Campesina, Terra Nuova e le altre associazioni aderenti alla campagna ‘Hands on the land for food sovereignty’ stanno facendo pressione sui parlamentari europei perché si impegnino a redigere al più presto una Direttiva europea sulla terra che prende spunto dalle Linee guida per la governance della terra della FAO”.
Fonte: comunicato stampa