Sabato 10 aprile va in scena per il Nobodaddy alle 21 Africare della compagnia belga-congolese diretta da Lorent Wanson, mentre nel pomeriggio viene proiettato il film Come un uomo sulla terra di Riccardo Biadene, Andrea Segre e Dagmawi Yimer; presentano Tahar Lamri, Marco Carsetti e Gabriele Del Grande.
Al C.I.S.I.M. di Lido Adriano un laboratorio di racconto, danza e canto con gli attori congolesi.
Africare: lo spettacolo
In prima nazionale, e unica data italiana, arriva sabato 10 aprile al Nobodaddy l’atteso spettacolo belga-congolese Africare, un lavoro in cui canto, narrazione, danza e rap tessono le maglie di un racconto plurale in cui si fondono dramma e dignità nelle voci di centinaia di uomini e donne del Congo.
Creato nel giugno 2007 sulle rive del fiume Congo tra Kinshasa e Kinsangani, nella Repubblica Democratica del Congo, Africare porta in scena la realtà politica, economica, sociale e umana della popolazione congolese e lo fa attraverso la suggestione del mito di Icaro (da qui il gioco di parole del titolo: la crasi fra “Afrique” e “Icare”).
Un lavoro che vuole raccontare la storia con la “S” maiuscola attraverso le piccole vicende umane troppo spesso trascurate. “Africare – racconta il regista Lorent Wanson che ha lavorato in diversi luoghi difficili come i sobborghi di Bruxelles e la ex Jugoslavia – non è uno spettacolo sull’Africa ma uno spettacolo africano, un lavoro impuro, nudo, scarno e artigianale che racconta la modernità usando strumenti antichi come i miti”.
In un palco pieno di piume, il mito di Icaro si fa emblema dell’ambire e del fallimento, del desiderio feroce di un avvenire migliore e dello schianto contro le coste d’Europa, sole ingannatore che attira e finisce per far bruciare le ali.
I cinque attori in scena – Jocelyne Ntululo Nafranka, Jean Murhula Cishesa Imani, Olivier Maloba Banza, David Kawama Kazembe, Carine Kapinga, provenienti da tre diverse regioni del Congo – altro non sono che ambasciatori delle centinaia di persone che hanno contribuito al racconto e che appariranno in video.
Un coro di assenti che viene evocato come si fa con gli antenati nella foresta e porta a testimonianza le proprie ferite e cicatrici fatte di villaggi martoriati e abbandonati, violenza, bambini di strada, viaggi della speranza, il tutto ben distante dal facile sguardo accondiscendente dell’Occidente.
Lo spettacolo – ideato e diretto da Lorent Wanson (assistenti José Bau Diyabanza, Iragui Rugambwa Adolphe, Eric Yakuza Nkole, Wedou Wetungani Mupwamoyo, scene Daniel Lesage, coreografia Jacques Bana Kanga, video Bertrand Baudry) – dopo una tournée mondiale che lo ha visto già in Belgio, Francia, Cile, Congo, arriva ora a Ravenna in esclusiva per l’Italia per poi proseguire il suo tragitto nel resto d’Europa e in Canada.
Africare, in scena alle 21, è uno spettacolo in lingua francese con sottotitoli in italiano coprodotto da manège.mons/Centre Dramatique/CECN (Belgique), Théâtre de Poche di Bruxelles (Belgio), TARMAC de la Villette – Paris (Francia), Phénix/ Scène Nationale de Valenciennes (Francia), Théâtre Epique/Cie Lorent Wanson.
Come un uomo sulla terra: il documentario
Nel pomeriggio dello stesso giorno, alle 18, verrà presentato nella saletta del Teatro Rasi il film documentario Come un uomo sulla terra di Riccardo Biadene, Andrea Segre e Dagmawi Yimer.
Il film narra cosa si nasconde dietro gli accordi tra Italia e Libia, dando voce al coraggio dei migranti africani. Basato su storie reali riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste.
Il protagonista e co-autore Dagmawi Yimer – studente di giurisprudenza di Addis Abeba, in Etiopia, che decide nel 2005 di attraversare il deserto tra Sudan e Libia per raggiungere clandestinamente l’Italia – si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni.
Sopravvissuto alla trappola libica, Yimer è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove presso il centro Asinitas ha imparato la lingua italiana e ha appreso il linguaggio del video-documentario.
“È la ricerca di uno spazio di dignità – illustra Andrea Segre, co-autore del documentario presente martedì alla proiezione – che mi ha mosso a fare questo film. Ma non per i migranti. Per me: per me come cittadino italiano, come cittadino, come uomo”. Apparentemente “povero” di mezzi, costituito perlopiù dalle testimonianze di reduci dall’inferno dell’immigrazione, il documentario è stato prodotto da Marco Carsetti e Alessandro Triulzi per Asinitas Onlus e da Andrea Segre per ZaLab.
Presentano il film lo scrittore Tahar Lamri, il fondatore di Asinitas Onlus Marco Carsetti e il giornalista e scrittore Gabriele Del Grande, fondatore e animatore del sito “Fostress Europe” fortresseurope.blogspot.com.
Inoltre: il laboratorio
Da mercoledì 7 a venerdì 9 aprile presso il C.I.S.I.M. di Lido Adriano (Viale Parini 48, Lido Adriano, Ravenna) gli attori di Africare terranno il laboratorio A nous l’afrique!, un’immersione nei ritmi e nelle leggende dell’Africa nera attraverso l’ascolto dell’energia della terra, con la forza degli antenati che l’hanno abitata, e i giochi dei bambini nelle strade di Kishasa.
Carine Kapinga e Olivier Maloba Banza accompagneranno gli allievi nella costruzione di storie e racconti partendo dal loro vissuto e da quello dei partecipanti, mentre Davide Kawama Kazembe e Jocelyne Ntululo Nafranka con Jean Murhula Cishesa Imani condurranno i partecipanti rispettivamente nella danza africana e nel canto.
Il laboratorio è gratuito e aperto a tutti. Per informazioni Ravenna Teatro/Teatro Rasi via di Roma 39 Ravenna 0544 36239 organizzazione@ravennateatro.com.