Roma, 1 febbraio 2010, ore 18.30. E’ iniziata la fiaccolata per il Sinai. Sono presenti sulla scalinata del Campidoglio circa 500 persone, che chiedono con parole sobrie e senza striscioni né slogan un intervento urgente nel nord del Sinai per liberare i gruppi di profughi ancora nelle mani dei trafficanti.
Nel frattempo il Gruppo EveryOne ha ricevuto una chiamata da Asmara, capitale dell’Eritrea. Nazret, una donna di fede cristiana, ha segnalato alla nostra organizzazione la presenza di un quarto gruppo di migranti africani detenuti nel nord del Sinai.
Il cugino di Nazret, un ragazzo di 20 anni, è caduto nelle mani di una banda di predoni beduini della tribù Rashaida insieme a un numero per ora imprecisato di compagni.
Il gruppo era partito dal Sudan, nella speranza di raggiungere lo stato di Israele. Nazret ci ha comunicato che in Eritrea – grazie alla campagna informativa promossa da EveryOne insieme al Partito Popolare Democratico Eritreo – si sono diffuse le tragiche notizie provenienti dal nord del Sinai e le migrazioni verso Israele si sono fermate, ma il ragazzo non era stato avvisato perché non risultava reperibile al cellulare.
Nel governatorato del nord del Sinai, dove spadroneggiano terroristi e trafficanti, che sparano per le strade e fronteggiano le forze dell’ordine con kalashnikov e lanciarazzi, gli schiavisti hanno chiesto ai loro prigionieri una somma di 3000 dollari pro capite, con la minaccia che, in caso di mancato pagamento del riscatto entro pochi giorni, sarebbero stati consegnati ad altri trafficanti, i quali avrebbero preteso 8000 dollari pro capite.
E’ la conferma che i migranti vengono via via affidati a diverse bande di trafficanti e che le estorsioni crescono a ogni passaggio. Nazret ci ha chiesto un consiglio su come comportarsi.
Le abbiamo detto che da parte nostra siamo contrari a finanziare i predoni, ma che allo stato attuale delle cose non nutrivamo particolari speranze su un intervento da parte delle autorità del governatorato del nord del Sinai. Attendiamo il prossimo contatto sia da parte di Nazret che del ragazzo prigioniero dei predoni Rashaida.