Ore 8: arriviamo a Rosarno. Il corteo percorre la strada nazionale all’altezza della stazione della citta’ calabrese. Le forze dell’ordine si trovano in testa e in coda al corteo che si dirige verso il municipio nella parte alta del paese.
Ore 9: Intervistiamo diversi manifestanti africani sia francofoni che anglofoni. Con questa protesta, dicono, vogliono chiedere alle autorita’ di non essere più oggetto di violenze per le strade di Rosarno.
Ore 12: finisce il corteo che, tra le grida di qualche rosarnese indignato per i disordini africani della notte precedente, si avvia alla conclusione col ritorno dei neri ai loro tuguri.
“Ritornatevene al vostro paese”, dice qualche rosarnese al di la’ del cordone protettivo delle forze dell’ordine.
Il pomeriggio e’ passato tra diverse tensioni.
Gli africani sono indecisi se andare via o meno perche’ molti devono ancora essere pagati per il lavoro fatto.
Alla fine decidono di andare via scortati dalle forze dell’ordine.
Alcuni dei rosarnesi, nel frattempo, occupano lo stesso municipio a cui gli africani hanno chiesto di sapere perche’ i loro compagni sono stati sparati.
In diversi momenti le difficolta’ linguistiche della popolazione rosarnese e degli africani ha provocato fraintendimenti e tensioni.
Il bilancio della giornata e’ stato di diversi feriti a causa delle violenze africane della notte prima e della caccia all’uomo dei rosarnesi nella giornata di venerdì.