L’idea di creare uno stato per i rifugiati haitiani che abbiano voglia di ritornare in Africa e’ stata ben accolta ieri ad Addis Abeba, all’apertura del summit annuale dell’Unione Africana (UA).
Il presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, e’ stato il primo ad avanzare questa proposta all’inizio di questo mese dopo il terremoto che ha devastato l’isola di Haiti.
Il presidente della UA, Jean Ping, ha detto ai leaders africani che la proposta sara’ discussa durante la tre giorni di Addis Abeba.
Ping ha inoltre affermato, virgolettato in una notizia Reuters, che “nasce da un senso del dovere, della memoria e della solidarieta’ l’approfondimento della proposta del presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, di creare in Africa le condizioni per il ritorno degli Haitiani che vorranno vivere nel Continente dopo il disastro che ha devastato Haiti”.
Appellandosi ai leader africani, il presidente senegalese li ha esortati a naturalizzare gli haitiani in cerca di una nuova nazionalita’. Ha anche avanzato la proposta di un programma di adozione di massa per gli orfani del terremoto che, secondo le stime, avrebbe ucciso 200 mila persone.
Totalmente devastata dal disastro naturale, il grido proveniente da Haiti ha costretto molte persone in tutto il mondo a rispondere in molti modi.
Migliaia di persone hanno attraversato le frontiere e i continenti per aiutare altre persone bisognose. Molti altri stanno solo aspettando di superare gli ostacoli burocratici che gli impediscono di fare cio’ che sentono come giusto.
Nella capitale haitiana, un gruppo di 10 americani che hanno riferito di voler costruire un orfanotrofio al di la’ della frontiera nella Repubblica Dominicana, e’ stato fermato con l’accusa di voler portare 33 bambini fuori del territorio di Haiti.
“Il gruppo religioso, proveniente per la maggior parte dall’Idaho, non avrebbe consegnato alle autorita’ i documenti adeguati al momento dell’arresto venerdì notte in un bus insieme ad alcuni bambini dai 2 mesi a 12 anni sopravvissuti al catastrofico terremoto”, ha scritto l’Associated Press (AP).
Parlando all’agenzia americana AP davanti alla sede della polizia giudiziaria della capitale, Laura Silsby, portavoce del gruppo, ha detto che ‘stavano cercando di fare la cosa giusta’ nel caos che ha fatto cadere il governo.
Mentre il caos e la confusione potrebbero sembrare senza fine ad Haiti, coloro che vogliono aiutare non mancano.
Per quanto riguarda i leader africani, questo e’ il momento giusto per risistemare questi fratelli e queste sorelle provenienti da oltre Atlantico.
Qualcosa di simile e’ già successo in Africa. Nel XIX secolo, alcuni gruppi di schiavi liberi dall’America erano stati trasportati e si erano trasferiti in Africa occidentale, cioè nell’attuale Liberia.
Sebbene il paese abbia affrontato una feroce guerra civile come molti altri paesi in Africa, adesso quegli ex schiavi hanno un posto tutto per loro nella loro madrepatria. Con le nuove scoperte di giacimenti di petrolio nel paese, inoltre, tutto potrebbe andare per il meglio.
Ewanfoh Obehi Peter