Africa è nuova frontiera politica estera italiana

L’Africa rappresenta “la nuova frontiera su cui lavorare per la nostra politica estera”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi in audizione alle Commissioni Esteri di Camera e Senato riunite a Palazzo Madama.

Con la “cresciuta consapevolezza che il continente può essere un grande protagonista” sullo scenario internazionale, ha spiegato Terzi, bisogna tenere “l’ownership e il partenariato come i due principi guida del nostro rapporto con i Paesi” africani. “Il nostro impegno – ha quindi sottolineato – si articola in una serie di obiettivi: la sicurezza, lo sviluppo, la promozione dei diritti umani e il partenariato economico”.

Corno d’Africa area di maggiore instabilità

L’area d’instabilità dove si concentra maggiormente l’azione italiana è il Corno d’Africa e la Co-presidenza italiana dell’IGAD Partners Forum “ci fornisce un utile strumento per svolgere questo ruolo”, ha spiegato Terzi. “La crisi più grave della regione è senza dubbio quella somala, con il suo potenziale destabilizzante nel Corno d’Africa e su un più vasto scenario internazionale”, ha aggiunto, sottolineando che l’obiettivo è di rispettare la scadenza del 20 agosto 2012 per la fine della transizione. Un nuovo impulso in questo senso sarà dato dalla prossima riunione del Gruppo di Contatto in programma a Roma il 2 e 3 luglio.

Lotta alla pirateria

Parlare di Somalia oggi “evoca un’ulteriore grave minaccia alla sicurezza internazionale”, ossia il fenomeno della pirateria, “che richiede una risposta forte, coordinata e coesa a livello mondiale. Perché questa risposta sia efficace, è necessario il pieno rispetto delle regole marittime internazionali da parte di tutti i Paesi”.

Il sostegno italiano allo sviluppo

“La maggior parte dei Paesi prioritari appartengono all’Africa sub-sahariana: i principali destinatari sono Mozambico, Etiopia e Somalia”, ha detto Terzi, aggiungendo che “l’Italia insiste per la creazione di uno specifico Programma Panafricano, che dovrà finanziare attività a dimensione regionale, continentale e globale per l’Africa”.

Tutelare i diritti umani

C’è poi la sfida dei diritti umani. In Africa l’Italia si muove su alcune priorità, “come la campagna contro la pena di morte, quella a favore dei diritti dei minori e delle donne ed, in particolare, la lotta contro le mutilazioni genitali femminili”. E “sempre più urgente è la difesa della libertà di religione. Abbiamo tutti davanti agli occhi i ripetuti, tragici episodi in Nigeria”, ha aggiunto Terzi, sottolineando che “tutti i paesi devono prevedere a livello costituzionale precisi meccanismi di sanzione e condanna delle discriminazioni e delle violenze religiose”.

L’obiettivo del partenariato economico

Il continente africano secondo Terzi “non può essere escluso a lungo dal G20, foro primario di impulso per la governance economica”, piuttosto è necessaria “la definizione di un assetto di regole e policies più equo ed efficace” con l’Unione Africana che “giustamente oggi chiede il riconoscimento come membro a pieno titolo del G20, alla stregua di quanto già previsto per l’UE”. Si tratta, secondo Terzi, di trasformare l’Africa “da mero beneficiario a partner economico. Oggi gli investimenti in Africa offrono agli operatori più dinamici rendimenti interessanti, inimmaginabili fino a pochi anni fa”. Quanto all’Italia, il Governo “sta sostenendo con determinazione la presenza delle nostre aziende nei principali mercati e settori africani, da quello energetico a quello industriale ed a quello infrastrutturale. Nel 2011-2012 abbiamo organizzato country presentations e forum economici con Ghana, Gabon ed Etiopia e, prossimamente, ne sono previsti altri con Angola e Mozambico”.

 

Fonte: esteri.it

 

 

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