Intervistato da Africanews.it, il poeta camerunense Ndjock Ngana racconta il suo lavoro, la sua associazione e spiega il suo punto di vista sull’Italia e sul rapporto tra Italiani e stranieri.
Ndjock Ngana, che vive in Italia dagli anni ’70, ha fondato la Onlus Kel ‘lam per l’integrazione delle persone in Italia, tra cui anche gli immigrati.
Cosa le preme comunicare di più come poeta?
Penso che non si parli più degli esseri umani. E’ importante ricominciare a parlare degli esseri umani. Gli umani si sono ridotti a parlare degli italiani, dei russi, degli statunitensi…, e nessuno parla più degli esseri umani.
Quando è arrivato in Italia?
Nel 1974.
Di cosa si occupa in quanto poeta e artista?
E’ una modalità tipicamente europea: “compartimentalizzare” , dividere l’esistente in scomparti e fare finta di analizzare ogni tema o argomento singolarmente. Non è una modalità africana, anche se l’abbiamo imparata, forse malgrado noi.
Penso, come mi hanno insegnato nella tradizione, che tutte le cose sono collegabili, e che tutte sono collegate nella vita.
Diventa difficile per uno che sceglie di parlare di “essere umano”, specificare ciò che occupa principalmente la sua mente (dicendo con ciò che il resto lo occuperebbe in modo minore).
La centralità dell’essere umano in ogni discorso poetico o artistico lega tutto quanto. Non bisogna però trascurare due proverbi:
- Si riconosce la grandezza di un ballerino da come balla le danze di casa sua.
- Se vuoi conoscere bene il fiume, cerca di penetrare in una goccia d’acqua.
Cosa fa la sua associazione? Quali sono i progetti portati a termine e quelli futuri?
Ho letto interviste di molti immigrati in Italia, e buona parte declamavano quanto stavano bene in Italia.
Molti immigrati stanno male nella burocrazia italiana, e nella brutta accoglienza che vivono.
La nostra associazione dà una mano nel capire, per quanto possibile, come passare attraverso gli scogli della burocrazia… .
Lavoriamo per favorire l’integrazione, cosa negletta in Italia in quanto fatta da pochissimi soggetti. L’integrazione dovrebbe riguardare i cittadini tutti, ma la maggiore parte degli organi preposti a favorirla pensano che riguardi gli immigrati, e perciò non fanno nessuna integrazione dato che basano le loro azioni su questo errore iniziale.
E’ fondamentale per aiutare gli immigrati, favorire una loro presa di coscienza, una loro migliore conoscenza del paese che li accoglie, ed una buona solidarietà ed unione per obiettivo tra di loro.
Devono essere capaci di presentare le loro diverse identità culturali per potere interagire con la società ospitante… lavoriamo anche per tutto questo.
Ma non possiamo dimenticare i nostri paesi di origine, i nostri fratelli che soffrono per colpa di un’economia di rapina adottata ormai nella dimensione planetaria.
Abbiamo scelto di collaborare per lo sviluppo rurale dei paesi d’origine, visto che la megacooperazione allo sviluppo si è rivelata utile in gran parte allo sviluppo dei paesi donatori, e non è nemmeno riuscita, dopo anni che si pratica e dopo i tanti miliardi che sono stati spesi, a garantire l’acqua potabile per tutte le città dei paesi “aiutati” che ricevono aiuti e non destinano nulla alle zone rurali.
I progetti sono tanti, se ne potrebbe parlare nel dettaglio, ma quanto ho detto riassume lo spirito di tutto quello che facciamo!
Cosa ne pensa dello sfruttamento degli africani e degli immigrati in Italia, visti gli ultimi fatti di Rosarno in Calabria e in altre zone d’Italia?
Lo sfruttamento degli immigrati è parte integrante dello sfruttamento in Italia. Gli italiani sfruttati non hanno mai trattato il tema dello sfruttamento in modo tale da debellarlo, ma soltanto in modo da uscirne personalmente.
Gli scrittori che vanno di moda parlano della bellezza della luna, invece di analizzare la società.
I libri di scuola non parlano nemmeno della storia sociale d’Italia, anche se gli editori italiani sono arrivati nelle edicole con la storia di Mussolini e le grandi battaglie della seconda guerra mondiale.
Gli italiani sono portati dai loro politici e dai loro intellettuali a perpetuare lo sfruttamento. Nessuno insegna loro altro.
L’Italia sta diventando razzista secondo lei?
La larva è un essere che vive uno stato aspettando che siano soddisfatte le condizioni ottimali per cambiare il suo stato.
Gli italiani vivono dei momenti di razzismo larvale.
Come descriverebbe il suo paese e l’Africa a chi non ci è mai stato?
In via di completa IBRIDAZIONE.
Il poeta Ndjock Ngana ha pubblicato:
- Foglie vive calpestate, Poesie (Ucsei/Regione Lazio 1989).
- Nhindo/Nero, poesie bilingue (Antherem 1994- 1995, Associazione Kel’Lam 1999).
- Il Segreto della Capanna/ Djimb Li Lapga, poema bilingue (Collana “La Parola” – Lilith 1998).
- Discorso sul Colonialismo di Aimé Césaire, traduzione (collana “La Parola”, Lilith 1999).
- Màébà/Dialoghi con mia figlia, poesie e racconti, (coll. “Integrazioni Interculturali”, / Kel’Lam, 2005).
- Segni e Simboli/ I linguaggi nelle tradizioni africane Arte africana (Ed. Kel’Lam 2006 ).
- Stress 1: Quel maledetto pezzo di carta, Novelle e Poesia, (coll. “Integrazioni Interculturali”, ed. Kel ‘Lam, Roma, 2006).
- Un’altra idea di mondo /Percorsi di conoscenza degli scenari mondiali per una cittadinanza attiva opera multimediale (Ed. Kel’Lam 2006).
- Iniziazione, romanzo iniziatico, in corso di pubblicazione per l’anno 2009 (coll. “Integrazioni Interculturali”, Ed. Kel ‘Lam).
Foto: lavoceditutti.it