I Tuareg sono i perdenti nella nuova Libia
Tra i Tuareg della Libia continua a crescere la paura di nuove discriminazioni e forme di marginalizzazione dopo la caduta del regime di Gheddafi.
L’Associazione per i popoli minacciati (APM) riporta il fatto che quasi 500 Tuareg della regione di Ghadames, nella Libia sudoccidentale, hanno cercato rifugio e protezione nella vicina Algeria.
Oltre a questo il “Coordinamento dei Tuareg in Libia” mette in guardia dalla possibilità di attacchi alla popolazione civile e definisce come catastrofica la situazione della popolazione Tuareg della Libia. Per i Tuareg è fatale che vengano additati collettivamente come seguaci di Gheddafi e contemporaneamente venga attribuito loro anche un ruolo fondamentale nella fuga del dittatore.
In questo modo viene sopravvalutato il loro influsso politico in Africa nordoccidentale e al tempo stesso viene ignorata la grande diversità esistente nei movimenti tuareg. Così anche i rappresentanti dei 600.000 Tuareg che vivono in Libia sono minacciati dagli scagnozzi di Gheddafi e sono costretti quindi a lasciare il paese.
Si teme che i Tuareg diventino nuovamente i grandi perdenti dopo le grandi rivolte in Nordafrica. I Tuareg vengono ritenuti collettivamente sostenitori di Gheddafi in quanto dall’inizio degli anni ’90 il dittatore aveva sostenuto i movimenti di liberazione tuareg nel nord del Mali e in Niger e da questi ambienti aveva anche reclutato soldati da utilizzare per combattere i movimenti insurrezionali nel proprio paese.
Allo stesso tempo la maggioranza dei Tuareg che vivono in Libia non ha niente a che vedere con questi mercenari e sono fondamentalmente critici nei confronti di Gheddafi, in quanto per anni ha negato l’esistenza stessa di popolazioni non arabe in Nordafrica.
In Libia la maggiorparte dei Tuareg sono arrivati alla ricerca di lavoro dopo che la catastrofica carestia degli anni ’70 nella regione del Sahel aveva completamente annientato le proprie greggi e ogni mezzo di sostentamento economico.
Tra l’altro i combattenti Tuareg in Mali e Niger non sono mai stati convinti sostenitori di Gheddafi. Il dittatore ha sempre strumentalizzato i Tuareg come anche i movimenti di liberazione in Ciad, Sudan ed altri stati, con l’obiettivo di destabilizzare l’area.
Più volte Gheddafi ha negato il proprio sostegno ai movimenti quando questo gli è sembrato più opportuno. Adesso aspettarsi che i Tuareg garantiscano asilo a Gheddafi è alquanto irrealistico. Per di più in nessuno stato dell’Africa nordoccidentale i Tuareg hanno una tale posizione di poter da poter garantire protezione al così poco amato dittatore.
Loro stessi si trovano in una posizione alquanto difficile in questi paesi e per questo Gheddafi ne è anche in buona parte responsabile.
La rivolta in Libia e la relativa situazione in fermento, coglie i Tuareg in un momento difficile. Inoltre da quando la lotta al terrorismo a livello globale si è rivolta anche contro l’AQMI (Al Qaida nel Maghreb islamico), i Tuareg soffrono per la sempre crescente militarizzazione del Sahara.
In questo modo è crollato il settore turistico, che per i Tuareg rappresentava ormai la maggiore risorsa economica.
Fonte: associazione popoli minacciati