“Di fronte a questa continua costruzione del nemico non possiamo fare finta di niente”. Lo ha detto Jean Léonard Touadi, il primo italiano nato in Congo-Brazzaville ad essere eletto in Parlamento.
Intervistato da Africanews.it, Touadi ha espresso le sue impressioni sugli ultimi fatti e ha raccontato della sua visita agli africani di Castel Volturno dopo la strage del 19 settembre scorso.
Cosa ne pensa degli ultimi fatti a Milano, dove è stato ucciso Abdul Guibre, e a Castel Volturno dove alcuni africani sono stati uccisi per strada?
Sono due situazioni abbastanza diverse. Quella di Milano si configura ormai in modo inconfutabile. Al di là delle valutazioni giuridiche, la vicenda di Milano ha un’aggravante razzista. Questo deve far riflettere sul clima sociale. Al di là del merito, c’è un clima di ‘costruzione del nemico’ di fronte al quale non possiamo fare finta di niente. Nessun paese è vaccinato contro il razzismo. Queste affermazioni retoriche, come per esempio dire ‘l’Italia non è un paese razzista’, non servono proprio perché nessun paese è immune.
Lei è stato recentemente a Castel Volturno. Quali sono le sue impressioni?
La situazione è drammatica. Si respira un clima da “Mississippi burning”. L’illegalità è totale. Esiste veramente un’emergenza Campania. Soprattutto trovo che sia intollerabile la nuova schiavitù. Sono stati uccisi sei africani per dare messaggi di forza. E’ inaccettabile. E poi dopo 10 giorni non sono stati neanche seppelliti. Queste fratelli africani vivono in case, se le si può chiamare così, tutte diroccate, senza servizi. Sono posti dove per lavarsi si usa un tubo dell’acqua che serve a 10 persone. Non hanno orari di lavoro e sono pagati una miseria.
In Parlamento abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere di agire con altrettanta forza come è stato fatto con i Rom.
Cosa si può fare?
Da fare c’è tanto. Mi colpisce il fatto che gli organi di informazione non dicono nulla, salvo rare eccezioni, della corona di fiori portata da alcuni africani durante i recenti funerali dei poliziotti.