ECONOMIA: I LEONI AFRICANI CORRONO PIǓ VELOCEMENTE DELLE TIGRI ASIATICHE.
Negli ultimi dieci anni (2001-2010) tra i paesi a più rapida crescita economica ben sei sono africani. L’invidiabile primato della crescita economica spetta all’Angola che nell’ultimo decennio, ha avuto un aumento medio del PIL dell’11,1%.
L’Africa occupa anche la quarta e quinta posizione con la Nigeria cresciuta dell’8,9% e l’Etiopia dell’8,4%.
Nella classifica della crescita economica risultano ben piazzati alla settima e ottava posizione il Ciad con il 7,9% e il Mozambico con il 7,9%, segue al decimo posto il Ruanda con il 7,6%.
Per i sei paesi africani, le ragioni della crescita sono molteplici e diverse mentre l’Angola, la Nigeria e il Ciad sono diventati esportatori di petrolio e materie prime, altri paesi quali il Mozambico, il Ruanda e la stessa Angola hanno beneficiato del clima di stabilità creatosi dopo la fine delle guerre civili che li hanno insanguinati.
Un caso a parte è costituito dall’Etiopia povera di materie prima che ha risentito positivamente della stabilità politica e dei buoni raccolti degli ultimi anni.
Una spinta ulteriore alla crescita del paese del “Corno d’Africa” è venuta dal boom dell’edilizia civile e dalla realizzazione di nuove infrastrutture sostenute dagli investimenti cinesi.
Però, bisogna tenere a bada i facili trionfalismi, secondo le più recenti stime, nell’ultimo decennio i paesi dell’Africa sub-sahariana hanno avuto una crescita reale media del PIL del 5,7%, certamente superiore a quello dell’America Latina che si è fermata al 3,3% ma inferiore a quello dell’Asia del 7,9%.
La popolazione africana è in rapida crescita e questo riduce l’aumento del reddito reale pro-capite. Esiste una stretta correlazione tra la crescita cinese e quella africana.
I paesi africani produttori di materie prime hanno beneficiato della crescente domanda di materie prime provenienti dalla Cina e dell’aumento del costo delle materie prime nonché dagli investimenti cinesi in Africa.
Affinchè lo sviluppo economico continui e si rafforzi, i paesi africani dovranno diversificare le loro economie per non dipendere esclusivamente dalle materie prime, aumentare i posti di lavoro, combattere la corruzione, migliorare le infrastrutture, ridurre gli alti tassi di analfabetismo e investire nelle strutture sanitarie.
Carmelo Panassiti
Fonte: Economist