29 a 1, vittoria schiacciante della Lazio Basket. Nulla di così insolito, se non fosse che il risultato è ottenuto a Maputo, in un caldo (in Mozambico è estate, in questo mese) sabato di novembre.
Protagoniste, le bambine dell’orfanotrofio Arco Iris (“arcobaleno”, in portoghese), situato a Zimpeto, sobborgo di Maputo.
Il centro, che ospita oltre 300 bambini da poche settimane di età fino ai 18 anni, ha avuto inizio semplicemente entrando in contatto con i bambini di strada, fornendo loro cibo, vestiti, un riparo.
Adesso è cresciuto fino ad avere una scuola, una clinica per la comunità e, da marzo 2009, due squadre (femminile e maschile) che indossano le maglie azzurre della Lazio Basket.
Lo sport come elemento di recupero ed integrazione sociale dei bambini delle periferie disagiate è un modello che la Lazio Basket ha già sperimentato in Italia, dove il Progetto “Giovani Culture e Colori: l’integrazione fa canestro”, avviato tre anni fa, conta oggi 7 centri di avviamento gratuito alla pratica della pallacanestro, in diverse aree ad alto rischio di emarginazione di Roma e provincia, coinvolgendo 400 bambini di 27 nazionalità differenti.
Ma il Presidente della Lazio Basket, Simone Santi, è prima di tutto un imprenditore che dal 1995 lavora con il Mozambico, Paese di cui si è innamorato, ricambiato, tanto che dal 2009 è stato nominato Console Onorario del Mozambico a Milano.
L’estensione al Mozambico del progetto di integrazione tramite la pallacanestro è stato quindi un passo naturale, tanto più che il Paese vanta una tradizione piuttosto consolidata in questo sport, soprattutto a livello femminile.
Tra le principali testimonial del progetto della Lazio Basket vi è infatti la giocatrice di pallacanestro Clarisse Machanguana (a cui è intitolato uno dei 7 centri in Italia), pivot mozambicana che ha recentemente firmato per il Parma, dopo due stagioni alla Geas vissute da protagonista.
“Macha”, come tutti la chiamano, nata a Maputo ed entrata nella squadra nazionale del Mozambico a 14 anni, si è trasferita in Portogallo a 19 anni “quando il mio allenatore portoghese mi disse che in una squadra del suo Paese cercavano una giocatrice alla quale avrebbero pagato gli studi”.
Un’opportunità impedibile, in un Paese che in quel periodo aveva un’unica Università per 18 milioni di abitanti.
In Italia è arrivata dopo avere calcato le scene della WNBA americana e dopo altre esperienze in Francia ed in Spagna. “Ho sempre pensato di restituire quello che il basket mi ha dato”, dice.
Ora a Zimpeto tre volte la settimana, dalle 14.30 alle 17.30, si allenano oltre 100 bambini e bambine tra gli 8 ed i 14 anni, che stanno imparando attraverso la pallacanestro importanti valori di convivenza e rispetto per il prossimo.
Ed anche i risultati in campo sportivo sono sorprendenti. “Quando gli allenatori mi hanno chiesto se potessimo iscrivere le bambine al campionato …ero un po’ perplesso” sorride Simone Santi. “Invece, contro ogni aspettativa ed emozionando ciascuno di noi, le bambine si sono conquistate l’accesso al playoff. Ed ora si contenderanno il titolo di campionesse nazionali under 13, con le quattro migliori formazioni del Mozambico”.
Sull’onda dell’entusiasmo, amici e collaboratori della Lazio Basket stanno ora lavorando per consentire ad una selezione delle giovani giocatrici africane di essere in Italia a dicembre, in occasione dell’evento “ROMA SCENDE IN CAMPO” che vedrà sfidarsi per un evento di beneficienza le squadre di basket della VIRTUS e della LAZIO, e della ROMA e della LAZIO calcio.
La data dell’evento è il 13 dicembre 2010, il tempo è pochissimo. “Molte delle bambine non hanno un documento di identità” racconta l’allenatore a Maputo “ed anche avere dati in apparenza semplicissimi come il nome completo e la data di nascita può essere un’impresa titanica”.
Ma nulla è impossibile per l’entusiasmo di Regina, sorridente capitana di 13 anni
“Per 19 partite consecutive non abbiamo perso!”, sottolinea.
Fonte: Consolato del Mozambico – Milano