La battaglia per l’integrazione culturale sta diventando un lavoro quotidiano a Verona.
Superficialmente la città potrebbe essere descritta come la capitale della discriminazione o dei ‘comportamenti anti-immigrati’.
Ad uno sguardo più attento, tuttavia, non dovrebbero sfuggire i piccoli gruppi di cittadini che stanno cercando di riscrivere la storia e ribadire il valore del multiculturalismo in città, una caratteristica che è già realtà a Verona.
La scorsa notte una parte dell’università è stata invasa da giovani italiani e studenti migranti desiderosi di realizzare un’integrazione culturale o, ancor meglio, capire che cosa ci sia di speciale nell’essere africani.
L’incontro, che è stato organizzato dall’associazione di studenti camerunesi di Verona (CSAV), non era un affare nazionale. Non era neanche ristretto alla cerchia degli africani. Infatti ha coinvolto molte persone con retroterra culturali molto diversi.
Secondo Nkenfack Prosper, uno degli organizzatori, “si potrebbe definire come un incontro tra camerunesi, in realtà qui si celebra la ricchezza della cultura africana“.
L’università come centro di apprendimento è anche un centro “di comprensione interculturale“, ha detto uno dei partecipanti italiani dopo aver visto molte attività tra cui un documentario e una quasi sfilata di abiti africani.
Alcuni piatti gastronomici africani hanno aggiunto molti colori, tutti molto diversi, e soprattutto il miracolo africano, la musica, quella di DJ Alix presentatore della radio congolese Afriradio.
Giorgio Maria Bellini, poeta, dopo aver apprezzato il programma, ha detto: “E’ sicuramente un passo importante e positivo verso gli scambi interculturali a Verona, tuttavia temo che l’impatto di queste attività sia limitato fino a quando non si allargherà l’audience al di là dei circoli accademici, che ovviamente sono frequentati da pochi privilegiati”. Nulla di più giusto.
“Credo che gli italiani non conoscano le abilità individuali dei migranti africani, perciò sarebbe meglio, cioè più efficace, che ci siano associazioni di migranti di diverse origini e tutte pronte a legarsi con associazioni italiane nell’organizzare incontri come questo…”
Ngalani Raphael è il presidente dell’associazione dei camerunesi. Rispondendo alla domanda sul perché l’incontro non sia stato aperto alla partecipazione di più persone, ha detto: “Anche tra noi africani o migranti in genere c’è la necessità di capire meglio prima di incontrarci con altre associazioni più organizzate. Ovviamente il nostro obiettivo è quello di raggiungere il pubblico più ampio, tuttavia date le nostre risorse limitate e altri problemi di logistica non possiamo non fare un passo alla volta”.
Rivolgendosi agli immigrati africani in Italia ha aggiunto che i migranti africani hanno la necessità di uscire fuori dal loro stato di invisibilità e confrontarsi con le situazioni sociali. Là fuori potrebbero esserci decine di Italiani disposti ad aiutarci, ma i migranti devono giocare la propria parte.
Ewanfoh Obehi Peter