La numero due della Farnesina spiega che “sostenere questi Paesi non è solo un imperativo morale e un atto di solidarietà ma anche uno strumento di diplomazia preventiva”
“La pandemia è una minaccia globale che richiede necessariamente una risposta globale. Aiutare i sistemi sanitari dei Paesi fragili e contribuire alla ricerca, sviluppo e distribuzione di un vaccino anti Covid-19 efficace in tutti i Paesi del mondo, senza lasciare nessuno indietro, soprattutto in Africa, significa innanzitutto minimizzare i rischi di un contagio di ritorno”. Lo ha dichiarato in un’intervista all’AGI la vice ministra degli Esteri e della Cooperazione, Emanuela Del Re.
L’Africa rappresenta “la prima frontiera nella lotta globale al nuovo coronavirus” ed è “fondamentale dare una risposta sanitaria alla pandemia nel Continente. È uno dei principali ambiti di intervento della cooperazione internazionale, incentrata soprattutto sul sostegno ai Paesi con sistemi sanitari particolarmente fragili”, continua Del Re. Si tratta – aggiunge – di risposte all’emergenza con interventi tempestivi di prevenzione, contenimento, contrasto e cura della malattia Covid-19, ma anche di trovare soluzioni di lungo periodo alla crisi.
“Nelle prime drammatiche settimane di sviluppo dell’epidemia in Italia abbiamo tristemente appurato quanto la mancata collaborazione tra Stati e una efficace coordinamento a livello Ue abbia ritardato o indebolito la gestione dell’emergenza”, spiega. “Sul piano economico sociale il lockdown globale, il blocco delle filiere distributive di cibo, la volatilità del prezzo delle materie prime rischia di avere un impatto molto serio su alcuni Paesi. Aiutare questi Paesi non è solo un imperativo morale e un atto di solidarietà ma anche uno strumento di diplomazia preventiva per arginare il rischio di instabilità politica, problemi di sicurezza e recrudescenza flussi migratori illegali”, conferma la numero due della Farnesina.
“La nostra preoccupazione è legata non solo al rischio di un’ondata di ritorno della pandemia in Europa, concretizzabile con il riacutizzarsi dei flussi irregolari verso il nostro Continente, ma anche all’eventualità che i contagi possano estendersi in Africa. Un aumento esponenziale del numero dei contagiati metterebbe in gravi difficoltà le strutture sanitarie del Continente”. sottolinea ancora la vice ministra.
Fonte: esteri.it