Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, apre oggi – alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – la quarta edizione di “Rome MED – Mediterranean Dialogues”.
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La Conferenza, promossa dal MAECI e dall’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), si è ormai affermata come il principale foro globale di riflessione e dialogo sul Mediterraneo allargato. Nella classifica “Global Go to Think Tank Index” 2017 dell’Università di Pennsylvania, la Conferenza MED Dialogues di
Roma figura al secondo posto, dopo lo Shangri-La Dialogue di Singapore, nella categoria “Best think tank Conference”.
Sono attesi a Roma oltre 40 fra Capi di Stato, Primi Ministri, Ministri degli Esteri e rappresentanti di Organizzazioni Internazionali, 800 personalità del mondo politico, degli affari, della cultura e della società civile, 80 think-thanks e istituzioni internazionali provenienti da più di 50 Paesi, che avranno modo di confrontarsi in oltre 30 appuntamenti. Nell’arco dei tre giorni sono infatti previsti undici pre-MED, dieci sessioni plenarie, sei “Policy Forum” e sei “Special Dialogues” sulle grandi sfide per il futuro del Mediterraneo. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiuderà i lavori sabato 24 novembre.
Il livello dei partecipanti e la qualità del programma sono, ancora una volta, testimonianza del successo dell’appuntamento che, in pochi anni, ha imposto l’Italia quale luogo di dialogo informale, incisivo ed aperto sul futuro del Mediterraneo allargato e le sue sfide. L’Italia, per storia e collocazione geografica, è del resto tradizionalmente impegnata a fondo per favorire un comune destino di pace e prosperità nella regione e per questo obiettivo è attiva in tutte le principali Organizzazioni Internazionali, a partire dall’Unione Europea, le Nazioni Unite, la NATO e l’OSCE di cui, quest’anno, esercita la Presidenza di turno.
I MED Dialogues sono quindi l’occasione per riportare il Mediterraneo al centro dell’agenda internazionale, per stimolare un confronto attivo sulle sfide di una regione di primaria importanza strategica per l’Italia, oltre che favorire le riflessioni per l’elaborazione di una strategia di rilancio dell’area del Medio Oriente e Nord Africa, attraverso la definizione condivisa di una “Agenda positiva” per la regione. Nella visione italiana, il Mediterraneo deve riscoprire la propria vocazione di snodo globale tra Europa, Africa e Asia, e di area verso la quale convergono e vengono valorizzate le opportunità di crescita e sviluppo sostenibile offerte dai processi della globalizzazione.
La Conferenza si inserisce, dunque, nelle direttrici strategiche della nostra politica estera, e si colloca in linea di continuità, tra l’altro, con la Conferenza “per” e “con” la Libia di Palermo dello scorso 12-13 novembre e la Conferenza Italia-Africa del 25 ottobre.
L’edizione 2018 di Rome MED sarà articolata su quattro “pilastri” (“shared prosperity”; “shared security”; “migration”; “culture and civil society”). Le tematiche che saranno affrontate rispondono agli obiettivi strategici generali della politica estera italiana nei settori della sicurezza e della difesa, senza dimenticare le dimensioni economica sociale e culturale. Saranno affrontati con focus tematici anche il ruolo dell’innovazione nella crescita economica, i Global Compact per regolare i flussi migratori, l’azione della società civile, il ruolo dell’energia quale strumento di cooperazione e crescita economica. Tra i punti nevralgici sui quali sarà focalizzata l’attenzione con dibattiti ad hoc, spiccano Libia, Gaza, Yemen, Siria, Tunisia e Iran.
All’apertura dei lavori dei “Dialogues” si arriva dopo un puntuale lavoro preparatorio. Negli scorsi mesi sono stati infatti organizzati una serie di eventi così detti “Towards-MED” che, in collaborazione con i principali think tank internazionali, si sono svolti a Londra, Rabat, Istanbul, Bruxelles, Mosca e Washington. Inoltre, sotto la denominazione “PreMED”, il 21 e il 22 novembre si svolgono fori di dialogo settoriali – giovani, donne, cooperazione, policy planners, media, imprese – per un ulteriore contributo al dialogo.
Fonte: esteri.it