L’ultima giornata del festival del film africano di Verona e’ stata quasi interamente dedicata al film di Giancarlo Esposito, Gospel Hill. Un film difficile da digerire ma anche necessario per la riconciliazione tra le persone.
Gospel Hill, tratto da una storia vera, racconta la vicenda di un leader afroamericano del movimento per i diritti civili ucciso per strada alla luce del giorno. Dopo decenni dalla sua morte ancora non e’ stato trovato l’assassino anche se lo sceriffo sapeva chi fosse. Accecato dalle tensioni razziali, lo sceriffo (bianco) si era sempre rifiutato di voler consegnare alla giustizia un bianco colpevole di aver ucciso un nero. Questo fino a quando con il dialogo e l’apporto di persone forestiere estranee alle abitudini del paesino di campagna, lo sceriffo si e’ convinto a cambiare. Cosi’ come hanno fatto le altre persone del paese.
Gospel Hill e’ un film che dimostra cio’ che sosteneva Martin Luther King sempre di più nei suoi ultimi giorni. Cioe’ che le battaglie per i diritti civili dei neri devono essere unite alle battaglie contro la poverta’ e per una più equa redistribuzione delle risorse.
Gospel Hill e’ un film che probabilmente non vincera’ alcun premio e non ricevera’ i riconoscimenti del grande cinema americano perche’ da fastidio e fa pensare. Cio’ che gli americani non vogliono fare andando al cinema, ha detto Esposito attore e regista di questo film. Nonostante questo resta un’opera importante per il messaggio che lascia. Cioe’ che bisogna avere coraggio per le lotte giuste e avere speranza in un futuro migliore.