Italia e Commissione Europea avviano il primo progetto del Trust Fund Africa

Ad un mese dal Vertice euro-africano de La Valletta, è stato firmato oggi (18/12/2015) a Bruxelles dal Commissario Europeo per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo, Neven Mimica, ed il Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo del MAECI , Giampaolo Cantini, il primo contratto nel quadro del Trust Fund UE sulle cause profonde delle Migrazioni in Africa.

Sulla base di tale accordo, la Commissione Europea delega all’Italia la gestione di uno dei progetti finanziati dal Trust Fund, per un valore di 20 milioni di Euro.

Si tratta di un risultato importante sia per l’Italia, sia per la Commissione Europea, il cui principale obiettivo era proprio quello di tradurre rapidamente l’impegno politico assunto dai Capi di Stato e di Governo in misure concrete. Lanciato al Vertice della Valletta come risposta dell’Unione Europea all’emergenza migratoria, il Fondo, con una dotazione di 1,8 miliardi di Euro e’ destinato a 23 Paesi partner africani del Sahel, del Corno d’Africa e del Nord Africa.

L’Italia ha creduto sin dall’inizio nel Trust Fund UE sulle migrazioni e a La Valletta ha annunciato un contributo bilaterale di 10 milioni di Euro dal bilancio della Cooperazione allo Sviluppo. La Cooperazione Italiana ha presentato progetti anche per Sudan, Senegal, Burkina Faso e Niger.

Il progetto affidato oggi è denominato “SINCE” – “Stemming irregular migration in Northern and Central Ethiopia”.

Esso mira a creare condizioni favorevoli per lo sviluppo socio-economico e l’occupazione in quattro regioni dell’Etiopia, dove è alta l’incidenza del fenomeno migratorio. Giovani e donne sono i beneficiari principali dell’iniziativa, che prevede attività di formazione professionale, sostegno alla creazione di micro e piccole imprese e all’imprenditoria femminile anche attraverso l’accesso al microcredito.

Obiettivo finale e’ migliorare le condizioni di vita delle comunità locali, dei migranti in transito e dei rifugiati dai paesi limitrofi, assicurando al contempo un ambiente più favorevole al ritorno e soprattutto alla reintegrazione di coloro che sono partiti.

Fonte: esteri.it

 

 

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