Un senso di frustrazione mi prende quando non riesco a entrare in un libro, quando la lettura di un testo non riesce ad appassionarmi.
Se poi il testo è scritto in modo da rendere la lettura il più difficile possibile allora mi prende un senso di irritazione.
Ed è irritazione pura quella che ho provato tentando,senza successo, di venire a capo di “Un giorno scriverò di questo posto” di Binyavanga Wainaina.
Le recensioni che si leggono sul web credo siano state scritte senza aver letto il libro.
Altrimenti non si sarebbe potuto scrivere che il libro narra una storia godibilissima.
Le vicissitudini di una famiglia piccolo borghese, padre keniota, madre ugandese e 4 figli, vengono sciorinate assemblando pensieri in libertà, saltando da un argomento all’altro senza alcun nesso apparente.
L’impressione che se ne trae è che l’autore sia uno di quegli scrittori che si prende il lusso di massacrare i suoi lettori.
Parafrasando il titolo si potrebbe dire:è difficile leggere di questo libro.
A tutti coloro che vorranno cimentarsi auguro buona lettura … e buona fortuna.
Demetrio Canale
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