Iniziativa della provincia di Roma. Sabato 23 il primo laboratorio con le imprenditrici immigrate, parte di un progetto innovativo per costruire nuovi immaginari
ROMA – Aida, tunisina, ripara macchine d’epoca alle porte di Roma. Tatjana è nata in Croazia e oggi gestisce una libreria vicino al Pantheon. Poco lontano, Cristina, romena, tesse e vende scialli nella sua boutique. Queste donne, insieme ad altre tre – Ana, Ljuba e Hu – sono le “Strane Straniere” che racconteranno le proprie storie nel primo laboratorio-performance del progetto “Migrazione donna: una risorsa”. L’appuntamento è per sabato 23 novembre alle 19 presso l’Associazione Culturale Atelier di Roma (via Panisperna 236).
Filo rosso che unisce figure tanto diverse è la loro esperienza di donne, migranti e imprenditrici. Persone che hanno avuto la voglia e la capacità, tutte femminili, di reinventarsi in un contesto molto lontano da quello d’origine. L’iniziativa, realizzata con il contributo della Provincia di Roma, mira infatti a contraddire alcuni stereotipi sul fenomeno migratorio, percepito e spesso veicolato dai media in modo superficiale o deviato. In pochi infatti sanno che un terzo delle nuove imprese straniere in Italia, come nella capitale, è gestito da donne, a dispetto dell’immagine di debolezza ad esse associata. Da qui l’idea innovativa di promuovere un incontro che consenta a queste testimoni d’eccezione di raccontare come da vissuti spesso dolorosi e carichi di incognite siano nate intuizioni geniali e realtà imprenditoriali concrete. Preziose risorse umane ed economiche sui territori che le ospitano. Il pubblico sarà chiamato a partecipare in modo attivo all’evento, attraverso un dialogo diretto con le protagoniste. Moderatore dell’incontro Maurizio Gressi.
L’appuntamento rientra in un progetto più ampio di sensibilizzazione e comunicazione sul fenomeno migratorio nella provincia di Roma, che vuole costruire un immaginario positivo dei migranti. “Migrazione donna” prevede altri due laboratori-performance con le imprenditrici straniere, alcuni reportages, la redazione di un testo narrativo corredato da immagini e la realizzazione di una fiction fotografica e di un documentario. A rendere possibile una simile varietà di iniziative le diverse professionalità degli ideatori del progetto: l’antropologa Maria Antonietta Mariani e la scrittrice Sarah Zuhra Lukanic, con il contributo del fotografo Francesco Chiorazzi e la regista Caterina Mongiò.
Fonte: migrantitorino.it