Gli abitanti della capitale keniota non si riprenderanno rapidamente dalla desolazione che i terroristi shebab hanno lasciato il fine settimana scorso. Il macabro elenco che era stimato ad una sessantina di morti non è ancora finito. Fino a domenica sera si sapeva solo che il presidente keniota, Uhuru Kenyatta, aveva perso dei membri della sua famiglia. E che delle persone di nazionalità francese e ghanese erano nel centro commerciale Westage preso di mira dagli attentatori.
Questo regolamento di conti degli shebab, che dicono di agire in rappresaglia all’impegno militare del Kenya in Somalia, rilancia la questione del terrorismo in questa regione dell’Africa. Questi djihadisti legati ad Al-Qaeda rilanciano la necessità per la comunità internazionale di trovare un rimedio definitivo a questo fenomeno che fa delle vittime senza distinzione di nazionalità e sfida l’ordine internazionale.
Certo la Casa Bianca ha qualificato l’atto come «ignobile», l’Eliseo ha detto che si tratta di un «vile attentato» e i quindici membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno evidenziato chiaramente la loro indignazione di fronte a questa barbarie in pieno giorno. Ma al di là delle recriminazioni, è chiaro che bisogna rendere questi terroristi senza fede ne legge definitivamente inoffensivi. L’assalto dato dalle forze speciali israeliane dev’essere necessariamente sostenuto da altre forze per mostrare agli shebab che non devono permettersi di servirsi della vita dei poveri innocenti per soddisfare la loro sete di vendetta. E’ una questione di sovranità mondiale contro la violenza gratuita e insensata.
di Bark Biiga
Fonte: fasozine.com