Il numero di immigrati che cerca disperatamente di arrivare in Italia è aumentato notevolmente. Ad affermarlo è Medici Senza Frontiere.
Segue commento della responsabile immigrati della chiesa Valdese.
Sono seduta davanti a questo meraviglioso mare dai colori che vanno dal celeste, all’azzurro, al viola. E’ un mare “liscio come l’olio”; così dicevamo da bambini quando era assolutamente piatto, senza nemmeno un’increspatura.
Ma questo è anche un mare che può essere minaccioso, quando si riversa sulla spiaggia con onde altissime che incutono timore estremo. Bello e terribile questo mare che va rispettato.
Al di là c’è l’Africa, la sua costa settentrionale, abitata da popoli diversi da noi, per cultura, tradizioni, lingua, religione.
Sono sbarcati a Lampedusa quarantacinque immigrati, uomini, donne e bambini. Il mare è stato clemente con loro e le carrette ce l’hanno fatta ad arrivare.
I dati forniti dall’associazione “Medici senza frontiere” parla di un considerevole incremento del numero degli immigrati giunti sulla costa siciliana: nei primi mesi del 2007 ne sono arrivati 1960, quest’anno 8500 tra Gennaio e Giugno.
I dati parlano, in particolare, di un significativo incremento del numero di donne, di donne in gravidanza e di bambini che arrivano.
Questa sera, a Lampedusa sarà inaugurato un monumento dedicato alle migliaia di migranti morti in mare nel tentativo di raggiungere la terra italiana, che ai loro occhi doveva apparire come la salvezza, la possibilità di potere continuare a vivere, la terra promessa.
Ci sono tante cose insopportabili in questo frangente storico; una di queste è la vista di uomini e donne naufragati e aggrappati alle tonnare.
E’ insopportabile la vista dei corpi di questi uomini che il mare restituisce irriconoscibili.
E’ insopportabile il pensiero di coloro che sono morti senza conoscere il loro nome, la loro storia.
Insopportabile il fatto che si tratti di gente scappata da una situazione di miseria, di fame, da paesi instabili e perennemente in guerra, per venire a trovare la morte in questo mare, diventanto un cimitero infinito.
Insopportabile che quelli rimasti, in attesa di buone notizie, non sapranno nulla della fine dei loro cari.
di Eugenia Marzotti, responsabile immigrati per la chiesa Valdese di Reggio Calabria
Foto di: tureturillo e Vito Manzari