16 luglio 2012 I bambini sahrawi accolti anche quest’anno in Italia per le vacanze estive
Con il volo dall’Algeria di domenica 15 luglio si è completato l’arrivo di oltre 300 bambini sahrawi provenienti dai campi profughi nel deserto algerino, per trascorrere un periodo di due mesi di svago, per un’esperienza interculturale e per testimoniare la loro condizione di profughi del Sahara Occidentale occupato.
Il Programma « Bambini sahrawi – Ambasciatori di pace 2012 », coinvolge circa 50 tra Comitati, Associazioni solidali ed Enti Locali, che mettono a disposizione risorse, strutture, luoghi di incontro e condivisione, oltre all’impegno e all’entusiasmo di decine di volontari.
I bambini sono suddivisi 12 Regioni, tra queste va evidenziata quest’anno l’Emilia Romagna, dove gruppi ed istituzioni locali hanno fatto fronte all’emergenza terremoto, confermando alla fine tutti gli impegni presi.
La Regione Toscana, dove quasi trent’anni fa è nata la tradizione dell’accoglienza estiva, ospita oltre un terzo dei bambini. Sono previsti alcuni programmi specifici indirizzati a bambini diversamente abili, e a bambini celiaci, poiché la celiachia è molto diffusa tra i profughi sahrawi. La Toscana accoglie inoltre un programma sportivo.
La prima settimana di vacanza è dedicata, come ogni anno, a visite mediche generalizzate per individuare patologie non ancora evidenziate dalle strutture sanitarie dei campi profughi.
Oltre ai programmi di animazione, di condivisione con bambini italiani o di altre nazionalità, sono previsti manifestazioni ed eventi pubblici ed incontri con le istituzioni cui i bambini, ambasciatori del popolo sahrawi, porteranno il loro messaggio di pace.
Per la prima volta quest’anno verrà festeggiato giovedì 26 luglio, il «Sahrawi Day»: una giornata nazionale di eventi e di appuntamenti con le istituzioni che ha lo scopo di destare l’attenzione sulla presenza dei bambini in Italia e sulla questione del Sahara Occidentale.
Dal 1975 il popolo del Sahara Occidentale subisce l’occupazione del Marocco, ed affronta una situazione di forzata divisione: una parte vive nei territori del Sahara Occidentale occupati illegalmente dal Marocco, un’altra nei territori liberati della RASD (Repubblica Araba Democratica Sahrawi), mentre il resto della popolazione vive in campi profughi nel deserto algerino nei pressi di Tindouf, in una situazione di ingiustizia. Il popolo sahrawi chiede semplicemente di poter esercitare il diritto all’autodeterminazione, riconosciuto dalle Nazioni Unite.
Il Programma nazionale dell’accoglienza è promosso dall’ANSPS in partnership con le autorità RASD e la Rappresentanza in Italia del Fronte Polisario.
Fonte: comunicato stampa Ansps