L’edizione 2012 del Festival del cinema africano, d’Asia e d’America Latina ha iniziato ieri sera con una sala strapiena e con una fila di gente che non è riuscita ad entrare. Non male per un festival sconosciuto ai cosiddetti “grandi” media e soprattutto assente dalle tv.Questo fatto della copertura dei festival senza attori di grido, ma non proprio sconosciuti agli appassionati, è stata la provocazione che quest’anno le organizzatrici hanno voluto lanciare.
“Dopo ventidue edizioni – scrivono Annamaria Gallone e Alessandra Speciale – non è facile accettare la mancanza di stimoli dall’esterno, la quasi totale assenza delle istituzioni. Anche se tutto ciò, in fondo, è una vecchia storia per chi lavora nel settore della cultura“. Questa è una denuncia che non posso non condividere. Mi occupo di Africanews.it da quattro anni ormai e la migliore reazione che ho notato ogni volta che dico di cosa mi occupo è stato il silenzio. In Italia siamo bombardati da calcio, tette e scandali. Ogni volta che cerchiamo di approfondire qualcosa, che sia italiana o straniera, ci viene una sorta di allergia che ci porta a distrarci, a sonnecchiare, a sbadigliare e a gettare un occhio sull’ultimo pettegolezzo o sull’ultimo pettorale rifatto.
Eppure le italiane e gli italiani in questo senso “a-italici” non mancano. Lo dimostra la sala piena dell’auditorium San Fedele di Milano e, nel suo piccolo, lo dimostrano le 5500 persone che ci seguono tramite la nostra pagina su Facebook e i nostri 1000 Twitternauti che cinguettano insieme a noi.
Finché c’e’ internet libero, c’e’ speranza.
Piervincenzo Canale