Il governo ha la “forte volontà” di procedere in modo “trasparente” sulla morte di Franco Lamolinara e di “condividere con il Parlamento” le informazioni di cui dispone. Lo ha detto il Ministro Giulio Terzi nella sua informativa nell’aula del Senato sul caso dell’ingegnere italiano rimasto ucciso in Nigeria nel corso di un blitz delle forze speciali britanniche nel tentativo di liberarlo dai rapitori insieme con un collega inglese.
Il Ministro degli Esteri britannico William Hague, ha riferito Terzi, ha rassicurato sulla “non intenzionalità della tardiva comunicazione” a Roma del blitz già avviato in Nigeria e che il ritardo non è stato dettato “dal timore che l’Italia potesse opporsi” all’operazione.
Quanto ai rapitori, non si trattava di una banda di criminali ma di una costola di terroristi legati al gruppo Boko Haram, ha detto Terzi leggendo il rapporto dell’ambasciatore britannico a Roma. Nei numerosi contatti con la famiglia, i rapitori non hanno mai avanzato richieste precise.
Sulla vicenda dei due marò italiani in India, Terzi ha riferito che fu l’armatore della nave Enrica Lexie ad autorizzare l’ingresso in porto a Kochi, accogliendo una richiesta indiana. Inoltre, il comandante della squadra navale e del Centro operativo interforze della Difesa “non avanzavano obiezioni” all’ingresso della Enrica Lexie in porto “in ragione di una ravvisata esigenza di cooperazione antipirateria con le autorità indiane, non avendo essi nessun motivo di sospetto”.
Terzi ha puntualizzato che, una volta che la nave era entrata nel porto, “ci siamo opposti” alla discesa a terra dei due marò. Tuttavia, le autorità indiane hanno compiuto “azioni coercitive” nei confronti dei militari per farli scendere a terra, ha aggiunto, sottolineando che l’ingresso della Enrica Lexie nel porto è stato ottenuto con “un sotterfugio della polizia locale”.
Il Ministro ha poi lodato il lavoro svolto in India dal team di alto livello guidato dal Sottosegretario Staffan de Mistura, definendolo “eccellente” e “di grande efficacia” in condizioni difficili e con grandi ostacoli.
Fonte: esteri.it
Il “ritardo non intenzionale” della Gran Bretagna non convince.