Il Governo italiano ha rinnovato ieri, giovedì 15 dicembre 2011, senza alcun clamore mediatico, il Trattato di amicizia Italia-Libia, con la stessa forma di cooperazione nella lotta all’immigrazione clandestina che faceva parte del precedente Trattato, stipulato dall’ex premier Silvio Berlusconi con Gheddafi nel 2008.
“Nonostante le proteste contro il primo Trattato da parte dei più importanti organismi internazionali che tutelano i diritti dei profughi e gli articoli della Convenzione di Ginevra, il presidente del Consiglio nazionale transitorio della Libia (Cnt) Mustafa Abdel Jalil e il presidente del Consiglio italiano Mario Monti hanno sottoscritto lo stesso patto anti-immigrazione” affermano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell’organizzazione umanitaria EveryOne.
“Nella sostanza,” spiegano gli attivisti, “il Trattato assicura la cooperazione nella lotta contro l’immigrazione clandestina, attraverso strettissimi controlli lungo le coste libiche, oltre che gli investimenti italiani in Libia e ciò che prevedeva il patto precedente.
Quello che sconcerta è che, dopo le tante denunce emerse a livello internazionale sulla condizione dei migranti detenuti nelle carceri libiche e sul trattenimento di profughi in fuga da crisi umanitarie, nessuna garanzia viene richiesta alle autorità libiche per quanto concerne la tutela dei migranti aventi diritto allo status di rifugiati o ad altra protezione internazionale in quanto vittime di persecuzione”.
Dopo aver incontrato Monti, Jalil è stato ricevuto dal presidente Giorgio Napolitano, dal ministro degli Esteri Giulio Terzi e dal presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Il Gruppo EveryOne, insieme ad altre ONG, ha inviato un appello urgente
- al Governo italiano,
- al presidente Napolitano,
- al presidente Fini,
- all’Alto Commissario ONU per i Rifugiati Antonio Guterres,
- all’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani Navi Pillay e
- al Commissario europeo per i Diritti Umani Thomas Hammarberg
affinché Italia e Libia sottoscrivano nell’immediato un impegno al rispetto tassativo, nelle politiche sull’immigrazione, di quanto prevedono la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
“Chiediamo alle Nazioni Unite e alle istituzioni dell’Unione” concludono i co-presidenti del Gruppo EveryOne, “di aiutarci in questa richiesta, intercedendo con i due Governi affinché non si profili una nuova era di violazioni dei diritti fondamentali dell’individuo che ha già lasciato scie di morti e perseguitati che non ha certamente reso onore all’Europa”.
Fonte: mail gruppo everyone