In un messaggio che abbiamo ricevuto via mail dal giornalista Daniele Barbieri, si annuncia la giornata delle donne. “Quest’anno a Piazza del Popolo – è scritto nella mail – si terrà una manifestazione indetta dal coordinamento della Rete Donne contro il Razzismo i cui temi principali sono l’iimigrazione e la xenofobia. Noi intendiamo partecipare con un nostro stand per promuovere la campagna NOPPAW – NObel Peace Prize for African Women – ed abbiamo invitato al convegno per un intervento madame Yayi Bayam Diouf“.
Yayi Diouf è presidente di un *collettivo di donne per la lotta contro l’emigrazione clandestina (COFLEC),* la quale si è offerta a *fare degli incontri con le associazioni nei giorni successivi all’8 marzo.
Per chi fosse interessato ad ospitarla per organizzare un incontro, _tutte le spese di trasporto, vitto, alloggio e gettone presenza sono a carico del richiedente_.
Per le associazioni interessate ad invitarla, contattare Maria Salluzzo info@chiamafrica.it entro mercoledì 13 febbraio.
Il COFLEC lavora a Thiaroye-sur-mer in Senegal, un paesino la cui sussistenza è basata sulla pesca e che ha conosciuto un periodo di prosperità fino agli anni 80. Con gli accordi di pesca con l’Unione Europea purtroppo gli abitanti videro diminuire le capacità di sussistenza attraverso la pesca artigianale.
L’emigrazione clandestina a Thiaroye-sur-mer
Nel mese di settembre del 2005 una famiglia di pescatori parte per pescare in alto mare per 15 giorni. Le donne rimaste a casa senza notizie per più di tre mesi li credono morti. A dicembre del 2005 vengono raggiunte da una telefonata in cui raccontano che una forte tempesta li ha portati alle Isole Canarie.
A partire da quel giorno una psicosi cattura il villaggio, tutti i giovani disoccupati prendono la piroga per provare a percorrere la stessa rotta nell’Oceano Atlantico, che li porti in Europa, con una piroga artigianale.
Il loro impegno è nato da un triste evento accaduto nel maggio 2006 in cui sono morti 81 dei loro figli nella stessa piroga durante una di queste traversate. Comincia così il lavoro di coscientizzazione e sensibilizzazione di queste donne contro l’emigrazione clandestina.