“Il sistema delle quote rosa del Rwanda ha dato ottimi risultati. Infatti il 48% dei politici è donna: la più importante rappresentanza femminile del mondo “. Lo ha detto Kathleen Kennedy nel suo discorso al Forum sullo sviluppo dell’Africa che si è concluso lo scorso 3 ottobre a Taormina.
“La presenza delle donne in parlamento”, ha aggiunto, “aiuta a far accettare l’idea che le donne ricoprono cariche politiche, incarichi di governo e che sono leaders che inevitabilmente contribuiscono a cambiare i punti di vista culturali e sociali sulle donne”.
Un momento molto interessante del discorso di Kennedy è stato quando ha ricordato il discorso pronunciato da suo padre, Robert Kennedy, nel 1966 durante una visita all’Università di Città del Capo in Sudafrica.
“Sono venuto qui per il mio interesse e per l’affetto profondo che nutro verso una terra che fu colonizzata dapprima dagli olandesi, verso la metà del XVII secolo, successivamente dai britannici e che infine divenne indipendente. Una terra in cui i nativi erano stati sottomessi sin da subito, ma nonostante questo i rapporti restano problematici ancora oggi. Una terra che si è definita “una frontiera ostile”. Una terra in cui le ricche risorse naturali sono state sfruttate attraverso l’applicazione energica della tecnologia moderna. Una terra che in passato ha importato gli schiavi e che oggi deve lottare per eliminare le ultime tracce di quella schiavitù. Mi riferisco, naturalmente, agli Stati Uniti d’America“.
Kathleen Kennedy ha continuato il discorso citando diversi dati riguardanti l’Africa. Tra gli altri: “Secondo Freedom House, il numero di paesi cosiddetti LIBERI sta aumentando. Erano solo quattro nel 1980 mentre se ne contavano 9 liberi e 23 parzialmente liberi nel 1992, e 11 liberi e 21 parzialmente liberi nel 2007″.
La professoressa della Georgetown University ha anche ricordato l’atteggiamento di alcune organizzazioni che avevano il compito di sensibilizzare i nigeriani sull’uso del preservativo. Dando per scontato che tutti gli abitanti parlassero inglese, è stata finanziata una campagna pubblicitaria che è risultata incomprensibile per la maggior parte dei nigeriani.
“Tra i progressi fatti dall’Africa – ha ricordato Kathleen Kennedy – c’è lo sviluppo dell’industria mediatica. Sono numerosi infatti i giornali, i quotidiani, le radio e le tv nate negli ultimi anni un po’ dappertutto nel continente”.