Pubblicata su Facebook, riprendiamo la lettera che l’antopologa Giusy Muzzopappa ha scritto a Repubblica sottolineando gli errori di un articolo sulla Somalia del giornalista Mastrogiacomo.
Cari tutti,
vi allego una lettera che ho inviato stamattina a Repubblica dopo l’ennesimo articolo pieno zeppo di errori e imprecisioni sulla situazione in Somalia. So che verrò ignorata, perché il giornalista che firma questi pezzi, Mastrogiacomo, è abbastanza “accreditato”, proprio per questo volevo far girare almeno tra di voi questa lettera. Ovviamente, come potrete immaginare, gli errori che segnalo mi sono stati suggeriti da Matteo Guglielmo, che si occupa DAVVERO di Corno d’Africa (ha anche una rubrica su Limes).
Gentile Redazione,
per motivi di lavoro e di passione seguo molto da vicino le vicende che riguardano il Corno d’Africa, e purtroppo gli organi di informazione italiani non brillano per tempestività e correttezza delle informazioni date. Soprattutto, ed è questo quello che mi colpisce sempre, è come se la logica sottostante ai servizi che riguardano quell’area del pianeta (e, ahimè, in realtà tutta l’Africa) sia fondamentalmente quella dell’approssimazione, quasi si fosse certi di non poter essere smentiti da nessuno. In effetti in Italia ben pochi sono in grado di smentire informazioni non corrette sul Corno, dal momento che ben pochi sono quelli che se ne occupano. Sono tra l’altro tristemente consapevole che la mia segnalazione probabilmente non avrà alcun seguito, ma mi premeva farla in ogni caso, con la speranza che, trattandosi Repubblica di un quotidiano serio, magari possa non tanto essere pubblicata, quanto arrivare a chi ha scritto l’articolo, e possa essere per lui uno stimolo a porre un’attenzione maggiore nel futuro.
L’articolo in questione è il seguente:
http://www.repubblica.it/e
E’ stato scritto da Daniele Mastrogiacomo, che spesso interviene su vicende legate al Corno, a volte con qualche imprecisione. Quest’articolo però è assolutamente scorretto per alcuni motivi, che vorrei segnalare:
1) Le truppe dell’Amisom non sono Caschi Blu, ma Caschi Verdi (i caschi blu, come ben saprete, sono le truppe delle Nazioni Unite, che hanno abbandonato il paese ormai da diversi anni)
2) La notizia che al Shabaab (che intanto si scrive con due “a”) si sia fuso con “gli avversari” di Hezb al-islam è stata smentita dal suo stesso presidente Sheikh Hassan Dahir Aweys. L’unica fusione che è davvero avvenuta riguarda solo Hassan Abdullahi Al-Turki, che è il vicepresidente di Hezb al-islam e uno dei leader della brigata di Ras Kambooni. Tra l’altro, l’attuale presidente di Ras Kambooni, Sheikh Ahmed Mohamed Islam “Ahmed Madobe”, ha smentito a sua volta questa “fusione”. Queste notizie sono state ampiamente pubblicate e discusse sulla stampa somala e, più genericamente, internazionale.
Mastrogiacomo già in passato aveva preso degli scivoloni, come in quest’articolo:
in cui traduceva il nome del gruppo di “al-Shabaab” come “gli studenti” (in realtà il termine significa “gioventù”, sono i “talebani” a essere “studenti”) e continuava a definire le truppe di Amisom “caschi blu” e non “caschi verdi”.
Inoltre, un caso molto molto grave, in un articolo pubblicato sull’edizione cartacea del 10 luglio 2009 (a cui corrisponde quest’articolo non firmato sulla versione online: http://www.repubblica.it/2
All’inizio pensavo si trattasse di piccoli refusi o errori. Dopo svariati di questi episodi (mi sono presa la briga di segnalare solo i più eclatanti) la conclusione a cui arrivo è che l’approssimazione sia la cifra di questo vostro inviato. Un quotidiano come Repubblica però dovrebbe ambire al meglio nel campo dell’informazione, e pubblicare analisi e servizi quantomeno accurati dal punto di vista dei fatti riferiti. Capisco che, come dicevo prima, ben pochi in Italia hanno le competenze per smentire queste notizie, ma da un quotidiano autorevole come Repubblica ci si aspetterebbe sempre il meglio.
Grazie per l’attenzione
Grazie amici! Sarebbe bello che prima o poi anche i media mainstream si decidessero a usare per scrivere di Africa la stessa attenzione che si ritiene necessaria scrivendo ad esempio di Stati Uniti o di Francia…
Cari amici,
stamattina ho ricevuto una lunga email da Daniele Mastrogiacomo. Ne ho pubblicato il testo in coda alla mia nota su Facebook (non la allego qui per motivi di spazio). A prescindere dal contenuto delle sue precisazioni, penso che la sua risposta sia di per sé un fatto positivo e mi auguro che questa piccola iniziativa possa servire a far comprendere a giornalisti esperti e di lungo corso come lui che i lettori si aspettano la maggiore accuratezza possibile da professionisti dell’informazione!
Grazie ancora per lo spazio che mi avete concesso!