“L’Africa non significa solo guerre, fame, malattie, ma significa anche opportunità, risorse, potenzialità di sviluppo. E’ quello che ho visto nella visita che ho fatto a febbraio in quattro Stati africani: Angola, Nigeria, Sierra Leone e Senegal”.
Lo ha detto Vincenzo Scotti, sottosegretario del ministero degli Esteri, durante la conferenza che si è svolta oggi, martedì 21 aprile, alla Farnesina dal titolo “Cambiamenti climatici e mobilita umana in Africa“.
Nel suo intervento alla conferenza internazionale alla quale ha partecipato anche il premio nobel 2007 Richard Samson Odingo, Scotti ha spiegato le linee guida che hanno portato alla stesura dell’agenda del G8 di quest’anno che si svolgerà a luglio in Italia, a La Maddalena.
Dopo aver sottolineato l’importanza dei cambiamenti climatici che sono “una questione cruciale dell’agenda internazionale“, Scotti ha aggiunto: “Il Presidente Berlusconi e il Presidente Obama hanno convenuto sull’opportunità di tenere durante il Vertice de La Maddalena la prima riunione a livello di Capi di Stato e di Governo del Major Economies Forum (MEF), un formato a 17 Paesi dedicato alle tematiche del clima e dell’energia”.
L’importanza del tema dei cambiamenti climatici è data anche dalle conseguenze di questo fenomeno, dice Scotti. Tra queste c’è l’immigrazione che non riguarda solo l’Italia e l’Europa ma anche l’Africa visto che anche all’interno del Continente esistono flussi migratori. “Ad esempio – dice Scotti – tra Africa sub-sahariana e Africa del Nord, accentuando le situazioni di instabilità in Paesi che sono di per sé fragili e rischiando di alimentare nuovi conflitti per il controllo di risorse fondamentali come l’acqua”.
“Siamo istintivamente portati – ha aggiunto il sottosegretario – a pensare cosa possiamo fare noi, Paesi occidentali, in situazioni come questa. Ma attenzione: questa logica rischia di continuare a relegare l’Africa in una inaccettabile e datata condizione di minorità. Dobbiamo incominciare invece a chiederci quale ruolo intenda e possa svolgere l’Africa in questa situazione. Dobbiamo favorire una responsabilizzazione maggiore dei governi africani per il presente e il futuro dei loro cittadini. Dobbiamo uscire dall’approccio assistenzialista che ci ha guidato in questi ultimi anni. Tanto più alla luce della scarsità delle risorse finanziarie disponibili, occorre superare quelle politiche che creano nuove forme di dipendenza in chi riceve gli aiuti, senza risolvere veramente i problemi ed anzi alimentando nuove richieste di fondi sempre più difficili da soddisfare”.
“L’Africa – ha aggiunto Scotti – non significa solo guerre, fame, malattie, ma significa anche opportunità, risorse, potenzialità di sviluppo. E’ quello che ho visto nella visita che ho fatto a febbraio in quattro Stati africani: Angola, Nigeria, Sierra Leone e Senegal. Si tratta di Paesi molto diversi tra loro, ma in tutti ho visto sintomi di cambiamento nella società civile, segnali di un dinamismo economico impensabili fino a pochi anni fa”.
Verso la fine del suo discorso, il sottosegretario ha elogiato i formati “inclusivi” del vertice del G8. Quest’anno, infatti, anche l’Egitto parteciperà ad una serie di riunioni per affrontare temi come lo sviluppo economico, la sicurezza delle fonti energetiche, la lotta ai mutamenti climatici e la mobilità umana.
Per ultimo, il sottosegretario agli Esteri ha aggiunto che per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici e della mobilità umana sarebbe necessaria una maggiore cooperazione in ricerca e analisi auspicando “un partenariato delle comunità scientifiche africane e italiane“.