Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato stampa della casa editrice EMI.
«Non fate mai torto agli stranieri.»
Due articoli del Kurukan Fuga
(Regno del Mali, 1222)
Quando i neri fanno la storia
Fulgore e decadenza del Medioevo africano
di Serge Bilé
Arriva dalla Francia l’ultimo libro di Serge Bilé, Quando i neri fanno la storia, fulgore e decadenza del Medioevo africano, titolo originale, Quand les noirs avaient des esclaves blancs.
Un libro agile che racconta, in chiave divulgativa, la grande Storia africana precoloniale.
Bilè, giornalista, documentarista, scrittore e musicista ivoriano, vive in Francia. I suoi lavori di divulgazione da sempre mettono in luce aspetti inediti o sottaciuti della storia degli africani e della diaspora nera, così come la persistenza dei pregiudizi razzisti.
Nel 2005 una rivista parigina aveva dedicato un articolo alla storia delle parole affermando che l’Africa Nera non aveva conosciuto un sistema di scrittura.
Alcune settimane dopo, sempre in Francia, un deputato aveva giustificato la Loi de la Honte, del febbraio 2005, che riabilitava la presenza coloniale francese nell’Africa settentrionale spiegando che la colonizzazione aveva svolto un “ruolo positivo”, consentendo ai bambini africani di “avere una scuola”.
Ma non bisogna andare troppo indietro nel tempo per sentire alcuni politici italiani etichettare con il termine dispregiativo “Bingo Bongo” gli immigrati africani arrivati in Italia.
Al contrario, nel passato l’Africa ha conosciuto non meno di sette sistemi di scrittura ed esistevano scuole e università fin dal Medioevo.
A dispetto dei luoghi comuni, il continente africano è stato per secoli una fucina di civiltà.
È africano infatti il Kurukan Fuga, una vera e propria “dichiarazione dei diritti umani” (ben anteriore a quelle che conosciamo nella storia europea) promulgata nel cuore dell’Africa occidentale, dal fondatore dell’impero del Mali nel 1222.
Tra l’VIII e il XVI secolo, in quella vasta porzione di continente nero si sono succeduti tre imperi: Ghana, Mali, Songhai, situati in quello che un tempo veniva chiamato Sudan Occidentale, talmente ricchi da potersi permettere di avere schiavi bianchi, le cui civiltà nulla hanno da invidiare a quelle che conosciamo dai libri di scuola.
Quando i neri fanno la storia, vuole ricordare, come afferma l’autore: “che ci fu davvero in Africa una specie di età dell’oro. Un’età che spetta proprio agli africani riportare alla luce per inventarsi un grande futuro.”